Il presente del Milan è pieno di difficoltà, il futuro è pieno di progetti. Non è automatico che le difficoltà finiranno quando verranno concretizzati alcuni progetti, anzi è auspicabile che la crescita della squadra sia indipendente, almeno inizialmente, dallo sviluppo del club negli altri settori non sportivi. L’attivismo della società, comunque, è un segnale particolarmente importante perché indica la volontà della proprietà di ribellarsi alla deludente situazione attuale e di ricostruire un Milan vincente non solo in Italia ma anche in Europa. Per ovviare alle difficoltà economiche la società è alla ricerca di altri introiti: sponsorizzazioni, sbarco su nuovi mercati (soprattutto in Asia), naturalmente il nuovo stadio. E, magari, anche nuovi soci. Da tre anni la famiglia Berlusconi ha chiaramente aperto all’ingresso nel club di soci di minoranza. Il problema è trovare investitori solidi e seri, che condividano i progetti della proprietà e si accontentino di un ruolo marginale per quanto riguarda le cariche.
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Milan: Berlusconi non vende la società ma apre a soci di minoranza
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Ieri la Fininvest ha emesso un comunicato per smentire l’esistenza di una trattativa con un acquirente thailandese, che secondo Repubblica partirebbe dal 30% delle quote per arrivare al controllo totale in tre anni. Questo comunicato ribadisce l’esistenza di manifestazioni di interesse da parte di alcuni investitori e anche l’apertura del club a prendere in considerazione l’ingresso di nuovi soci, ma cancella la possibilità che l’acquirente thailandese convinca Berlusconi a cedere prima il 30% e poi il restante 70%. (gazzetta.it)
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