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“Mercafir, migliaia di famiglie a rischio”. Lettera aperta dei grossisti a Nardella

“Se e quando spostare la Mercafir non è un problema marginale: migliaia di famiglie vivono di questo lavoro. Noi temiamo che gli amministratori pubblici non abbiano ben compreso cosa voglia …

Redazione VN

"Se e quando spostare la Mercafir non è un problema marginale: migliaia di famiglie vivono di questo lavoro. Noi temiamo che gli amministratori pubblici non abbiano ben compreso cosa voglia dire spostare un centro alimentare all'ingrosso senza destabilizzare la sua attività. Tutti si devono rendere conto che non è come spostare i banchi in San Lorenzo (che comunque non è stata un'operazione indolore per il mondo del lavoro fiorentino): in questo caso è in ballo il sostentamento di migliaia di famiglie". Così l'Agofi, l'Associazione grossisti ortofrutticoli di Firenze, ha risposto al sindaco Dario Nardella sul possibile spostamento della Mercafir per fare posto al nuovo stadio della Fiorentina. Spostamento che, per Nardella, si sostanzierebbe così: «Nel caso il nuovo progetto risponda ai requisiti economici finanziari aveva detto il sindaco a settembre ci porremmo il problema del se e dove spostare la Mercafir".

I grossisti, però, sono sul piede di guerra, chiedendo formalmente di acquisire il progetto dei Della Valle e, soprattutto, di partecipare alla prossima Conferenza dei servizi convocata su questo argomento "alla quale, anche se incomprensibilmente, non siamo stati invitati". In una lettera aperta a Nardella, l'associazione dei grossisti della Mercafir spiegano chiaramente la loro posizione: "Siamo un popolo silenzioso di lavoratori che vive di notte e che da 54 anni si tramanda in questa area il sacrificio di accogliere, separare, riassemblare e distribuire migliaia di tonnellate di prodotti provenienti dalla nostra regione in particolare, ma anche da tutta Italia, entro le prime ore della mattina. Ci definiamo popolo silenzioso' anche perché in questi anni abbiamo collaborato, senza clamori ne pubblicità, investendo su un'area che, ad oggi, ci viene richiesta indietro. Oltre agli sforzi necessari per combattere la crisi economica (mantenendo inalterati i posti di lavoro!) ci siamo fatti carico di sostenere l'intera spesa della gestione dell'area, senza gravare sulla collettività, pagando affitti fino al triplo del corrispondente prezzo di mercato. Stiamo parlando in termini occupazionali della più grande azienda della Toscana".

E aggiungono: "Nonostante ciò abbiamo visto il degrado prendere il sopravvento ma non ci siamo arresi, puntando all'idea di un mercato moderno, un nuovo mercato che l'amministrazione comunale ci ha promesso. Così abbiamo diligentemente avallato la riduzione della nostra area e accettato di buon grado la riqualificazione programmata dalla nuova variante urbanistica e dalla sua relativa adozione da parte del Comune. Ad oggi, dopo la proposta dei Della Valle, ascoltiamo pertanto con preoccupata attenzione il nuovo cambio di programma". La conclusione della lettera è tuttavia un'apertura di credito verso Nardella: «Il mercato può anche essere spostato per far posto allo stadio ma prima deve essere ricostruito e reso operativo, senza gravare ulteriormente sulle imprese che ancora stanno pagando la ristrutturazione del 2003 e senza creare stravolgimenti operativi e finanziari che farebbero crollare tutto il sistema in un attimo con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro.

(La Nazione)