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Mancini e Sousa stavano per diventare compagni di squadra. Ma il Mancio disse “no”

Il portoghese era in arrivo alla Lazio, ma Mancini fece cambiare idea a Cragnotti

Simone Bargellini

In avvicinamento all'incrocio tra Inter e Fiorentina, il Corriere dello Sport racconta un retroscena di 16 anni fa relativo ai due allenatori. Nel giugno del 1999 il presidente Sergio Cragnotti aveva praticamente preso il centrocampista portoghese nell’ambito dell’operazione che portò Bobo Vieri proprio all’Inter per una cifra molto vicina ai novanta miliardi. Moratti chiese a Cragnotti di prendere un giocatore nerazzurro in modo da abbassare la cifra da versare in contanti: e indicò il nome di Paulo Sousa, graditissimo a Sven Goran Eriksson. Il giorno successivo Cragnotti raccontò tutta l’operazione con l’Inter a Roberto Mancini, che era uno dei suoi più importanti interlocutori calcistici. A quell’epoca, il numero dieci biancoceleste stava già studiando da allenatore e da manager. «Sousa è un grande giocatore ma io mi sarei fatto dare da Moratti un altro centrocampista, Simeone» disse - più o meno - Mancini a Cragnotti. Che non perse tempo: il presidente della Lazio chiamò Moratti e chiese di modificare la scelta del giocatore come parziale conguaglio al trasferimento di Bobo Vieri a Milano. Così Paulo Sousa restò ad Appiano Gentile, Simeone arrivò a Roma e diventò nel maggio del 2000 l’uomo simbolo del secondo scudetto della Lazio.