Mentrei lei parla di accorciare i processi, al corpo di mio figlio è stata negata ogni dignità. Mentre lei discute con le associazioni dei magistrati delle norme sulla loro responsabilità, il pm sta trasformando questa tragedia in una farsa grottesca». Torna all'attacco la famiglia di Riccardo Magherini, l'ex giocatore della Primavera della Fiorentina morto sei mesi fa in Borgo San Frediano, dopo essere stato arrestato dai carabinieri. Il padre, Guido, ha pubblicato sulla pagina Facebook “Gli amici del Maghero” una lettera indirizzata al ministro della Giustizia Andrea Orlando, chiamando in causa il lavoro della Procura per presunti ritardi e omissioni. «Si indugia, si dice, non si dice, si afferma e poi si nega – si legge nel testo, subito condiviso e commentato da centinaia di utenti - Tutto mentre Riccardo Magherini, colpevole di nulla, giace morto senza alcun rispetto in una cella frigorifera, nell'imbarazzo di chi non sa come fare per dare verità e giustizia alla sua vita prima ed alla sua morte poi».
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Magherini al Min. Orlando: “Negata dignità al corpo di mio figlio”
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Nel mirino, in particolare, i tempi legati alla perizia medico legale disposta dalla Procura per chiarire le cause della morte: attesa per la fine di agosto, la relazione non è stata ancora depositata. A oggi resta solo lo stringato verbale firmato al termine della riunione dei consulenti tecnici del pm e delle parti, lo scorso 22 maggio, in cui si indicava come causa «un meccanismo complesso di tipo tossico, disfunzionale cardiaco, e asfittico».
«Signor Ministro – scrive ancora Guido Magherini - Dopo l'autopsia, per istinto, ho violentato il mio sentimento di padre ed ho rifiutato la sepoltura a quel mio figlio morto. L'ho messo in una cella frigorifera. Non mi fidavo. Feci bene. Mentre i colleghi di quei quattro carabinieri si affannavano a chiedere a quei testimoni di misurare la violenza di quei calci il tossicologo nominato dalla procura faceva sapere che Riccardo era morto per colpa della cocaina e non per le violenze subite. Peccato che i medici legali fossero di opinione ben diversa, come da regolare verbale autoptico da tutti sottoscritto». L'attacco non risparmia nessuno: «Il tossicologo ha poi fatto nominare un'altra professoressa di comprovata professionalità ed autorevolezza per difendere le proprie tesi da tutti smentite. Si è però dimenticato di scrivere nella richiesta che si trattava della propria moglie». Per poi concludere: «Le sono state fatte interpellanze, interrogazioni. Ma io le chiedo: ma se si fosse trattato di suo figlio che avrebbe fatto lei? Ma poi penso che avrà probabilmente la stessa età di Riccardo. Che valore ha per lei la vita di un cittadino italiano incensurato e padre di famiglia?». Dopo la pubblicazione della lettera, la pagina Facebook “Gli amici del Maghero” ha ospitato un silenzioso omaggio alla memoria di Riccardo, a sei mesi esatti dalla tragedia. «Nessun commento, ma solo cuori», la richiesta dei familiari.
Luca Serranò - La Repubblica
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