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L’opinione dei tecnici: “Questa Fiorentina può andare lontano”

Dalla Serie D a scendere: il parere dei tecnici dell'hinterland fiorentino sulla squadra di Paulo Sousa

Redazione VN

Inseguire un sogno. Non è soltanto il mantra di Paulo Sousa, che ha acceso gli occhi dei tifosi viola facendo nuovamente respirare loro, dopo 16 anni, di chi sta in vetta alla classifica. Giorni che scorrono dolci, sereni e magicamente lenti. La sosta per le nazionali permette alla Fiorentina di godersi il momento e, allo stesso tempo, gettare lo sguardo oltre ai record e alle vittorie. Pensando a quel che sarà. Così ragiona e analizza la stagione un allenatore, che sia in un top club o sul campo della periferia fiorentina. Nessuna differenza, a parte i riflettori, le tv e quei milioni di euro che dalla Serie D alla terza categoria si possono soltanto immaginare. Nell’universo dei dilettanti, che per alcuni è un passaggio obbligato verso i professionisti, per altri l’habitat dove lasciarsi alle spalle la carriera e vivere seguendo unicamente la passione, gli unici riflettori sono quelli che si accendono quando il sole va giù negli allenamenti serali dopo lavoro. Ma c’è una figura che emerge sopra tutte le altre: quella di Paulo Sousa.

Tutti d’accordo (o quasi) tra gli allenatori dei dilettanti: il merito di questo successo è soprattutto suo. E la pensa così anche Francesco Baiano, che ha giocato a fianco di Gabriel Omar Batistuta e che adesso allena lo Scandicci in Serie D: “Sousa ha dato un’impronta nuova alla squadra e non era facile farlo dopo gli ottimi risultati di Montella. Non paragono questa Fiorentina a quella dove giocavo io: lì c’erano giocatori del calibro di Bati, Rui Costa, Toldo. Qui forse c’è più gruppo”. E potrebbe far la differenza col Napoli: “L’unica gara dove il mio cuore si divide, poi tifo sempre viola”. Ma con chi giocherebbe adesso Baiano? “Con Rossi, un fuoriclasse assoluto”. E la parola scudetto? “Bisogna essere realisti, sulla carta siamo da quinto posto. Per questo firmerei per la Champions”. Piedi per terra, dunque. Lo ribadisce Simone Venturi della Fortis Juventus (Serie D): “Il lavoro di Sousa sta dando frutti immediati e si vede la sua organizzazione. Il gruppo viola è solido e non vincono con la giocata di un singolo: questo è sinonimo di compattezza e di squadra”.

Stessi pareri in Eccellenza? “La differenza rispetto all’anno scorso è evidente - dichiara Salvatore De Carlo del Porta Romana- Montella era più pacato, Sousa trasmetÈ te più grinta. Questo dà una carica maggiore, per 95 minuti”. E poi finalmente ha trovato il suo centravanti: “Uno come Kalinic piace tantissimo agli allenatori - dice Enrico Gutili della Sestese - perché è uomo d’area negli ultimi metri e lavora per la squadra”. Ha stupito tutti, anche Atos Rigucci dell’Aquila Montevarchi: “Non lo conoscevo ma a Milano ha dimostrato di essere un giocatore completo. Ha qualità e attacca la porta. Questa squadra fa sognare, anche se da allenatore lo scudetto mi pare un miraggio. Però Sousa mi ha spiazzato, positivamente. La Fiorentina gioca meglio con le grandi, che concedono maggiori spazi. Mi diverte”. E la sosta, farà bene? E’ combattuto Stefano Alari del Firenze Ovest, un passato in curva Fiesole col Tucano: “Fa bene perché il morale è altissimo e puoi rifiatare. Non fa bene perché molti sono in nazionale e il fuso orario a poche ore dal Napoli può influire”. Kalinic ha stupito tutti ma l’altra chiave dei viola è Borja Valero. Così come i giovani. “Questo è l’anno migliore per Borja - dice Stefano Lacchi dell’Audace Legnaia (Promozione) - è un giocatore universale e vale il prezzo del biglietto. Dobbiamo puntare sui giovani come Babacar e Bernardeschi, il settore giovanile deve tornare ad essere un vivaio produttivo”. In prima categoria Andrea Serrau del Lebowski tifa Genoa ma riconosce il valore dei viola: “Stimo Mourinho e dunque anche Sousa. Oltre ad essere un bravo allenatore mi pare anche una persona carina. Kalinic è come il nostro bomber Montagni, che nei dilettanti ha segnato 377 gol. Sperando che quest’ultimo si sblocchi, adesso”. Nello stesso girone il Club Sportivo di Paolo Borghini: “Ottima la sosta, fa bene per non tenere troppo alta la tensione. L’importante è che la Fiorentina mantenga umiltà: così come nei dilettanti, se hai quella puoi puntare in alto. E’ una squadra più concreta e a Napoli, se passiamo indenni i primi venti minuti, ce la possiamo fare”.

Il campionato è ancora lungo, però. E in fondo lo stesso Sousa ha ribadito come ci siano squadre più attrezzate per il titolo. La pensa così anche Carmannini dell’Atletica Castello, Seconda categoria: “Simpatizzo Inter e Fiorentina. E vittorie come quella di Milano non sono casuali. Napoli e Roma forse sono più complete ma i viola hanno il miglior gioco al momento. Diamo merito a Sousa che ha rigenerato la squadra ma non dimentichiamo il lavoro di Montella. Certo però, con un Kalinic così…”. E i sogni riprendono a correre.

L'articolo di MATTEO DOVELLINI su Repubblica