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L’ex viola Pettinari: “Addio al calcio per salvarmi la vita”

Il nome di Leonardo Pettinari non è nuovo ai tifosi della Fiorentina visto che il 27enne ha militato per alcune stagioni nel settore giovanile della Fiorentina. Quest’oggi La Gazzetta dello …

Redazione VN

Il nome di Leonardo Pettinari non è nuovo ai tifosi della Fiorentina visto che il 27enne ha militato per alcune stagioni nel settore giovanile della Fiorentina. Quest'oggi La Gazzetta dello Sport dedica un'intera pagina all'ex giocatore di Cittadella e Atalanta che ha avuto la carriera spezzata da problemi al cuore. Ma non si lamenta e, anzi, ringrazia chi ha scoperto la sua malattia e fermato in tempo: «Quando mi hanno detto che non avrei più potuto giocare a calcio, sport per il quale ho un rapporto di assoluta devozione, mi sono sentito soffocare. Poi ho guardato negli occhi mia moglie Giusy, la mia famiglia, gli amici più cari, e mi sono sentito fortunato. Fortunato di avere ancora una bella vita e di avere in cielo qualcuno che ha deciso che io non dovessi fare la stessa fine di Morosini. Grazie alle risonanze magnetiche a cui sono stato sottoposto nell’ultimo anno e mezzo è stata trovata una cicatrice, cioè tessuto adiposo, sul ventricolo sinistro, compatibile con una cardiomiopatia aritmogena. E’ la patologia di cui soffriva pure Morosini, ma nel mio caso resta il dubbio, una diagnosi definitiva non c’è. Gli altri esami sono negativi, anche l’elettrocardiogramma e lo studio elettrofisiologico. Ho spedito le cartelle anche a Cleveland e in Francia, ma non c’è stato modo di ottenere l’okay per il ritorno in campo. E non posso operarmi. Io ho trascorso la mia infanzia in una frazione di Prato, La Querce, e nonostante il calcio mi abbia portato lontano sono riuscito a continuare a coltivare le amicizie più vere. Per la gente del paese ero motivo d’orgoglio, ero un idolo. Ora mi sono riappropriato di un pezzo di infanzia, ho ripreso in mano la vita dai rapporti umani. Questo mi ha dato forza. Nella sfortuna sono stato fortunato, ho potuto intervenire in tempo, Morosini no. Vedere Piermario morire in campo è stato un colpo tremendo. Era dell’86 come me, lui aveva fatto la trafila nel vivaio dell’Atalanta e io nella Fiorentina, da ragazzini siamo stati avversari. La sua storia è simile alla mia. In più, quando ha avuto il malore sapevo già dei miei problemi. Dopo la morte di Piermario altri giocatori sono stati fermati. Forse è un caso, ma per me la sua morte ha costretto tutti a essere più rigorosi nei controlli"

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