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Legge sugli stadi: c’è la prima svolta

La svolta c’è stata. Ieri la commissione cultura della Camera ha detto sì alla legge sugli stadi. Se il Senato l’approverà senza toccarla, l’appuntamento dovrebbe essere fissato per settembre, il …

Redazione VN

La svolta c'è stata. Ieri la commissione cultura della Camera ha detto sì alla legge sugli stadi. Se il Senato l'approverà senza toccarla, l'appuntamento dovrebbe essere fissato per settembre, il provvedimento taglierà definitivamente il traguardo, consentendo, sono le parole del ministro dello sport Piero Gnudi, di «avviare a realizzazione nuovi impianti sia per il calcio che per altri sport, senza che ciò produca alcun onere aggiuntivo per la finanza pubblica». Soddisfatto anche Claudio Barbaro, il relatore della Legge: «Da oggi la possibilità di costruire stadi di proprietà diventa una possibilità sempre più concreta per le squadre di calcio e per gli imprenditori privati». Il via libera della Commissione è avvenuto a un passo dall'unanimità: 26 sì e un no. La riunione è stata convocata in sede «legislativa», cioè si poteva prendere una decisione senza passare per l'assemblea plenaria. Ciò dovrebbe spianare la strada anche a un sì veloce del Senato, qualcuno spera persino prima della chiusura estiva di Palazzo Madama, prevista per il 9 agosto.

«Purché congruo»... La Legge, che si rivolge alle società sportive e riguarda anche possibili ristrutturazioni o privatizzazioni di impianti già esistenti, guarda a strutture all'aperto che abbiano almeno 7500 spettatori di capienza e palazzetti che arrivino a 4000, si basa su due bastioni: certezza temporale, in un anno le autorità preposte dovranno dire sì o no al progetto senza tempi biblici; compensazione, cioè possibilità di aggiungere allo stadio «altro insediamento edilizio purché congruo e proporzionato ai fini del complessivo equilibrio economico e finanziario della costruzione e gestione del complesso multifunzionale medesimo». «Ma rispettando tutti i vincoli paesaggistici», precisa Barbaro. Fino ad arrivare a «impianti più fruibili e moderni, con meno costi a carico della collettività», spiega l'ex ministro dello sport, Giovanna Melandri. Anche se nel Pd c'è anche chi è contrario come Roberto Morassut, deputato ed ex assessore all'urbanistica del comune di Roma: «Si produrranno nuove pesanti edificazioni nelle aree urbane».

La Gazzetta dello Sport