"Le società di calcio non dovrebbero essere quotate in Borsa. I risultati mi danno ragione. Il calcio deve star fuori dalla finanza e dalla politica". Così parlò (anzi, straparlò) Zdenek Zeman. L'allenatore boemo, famoso per i suoi significativi silenzi e il tono messianico con cui scandisce le poche parole che si lascia sfuggire (in verità, in verità vi dico...), questa volta si è sbagliato nel confondersi, come si usa dire a Firenze. Sbaglio o allena la Roma? Sbaglio o la Roma in quanto a "contatti" con il mondo politico e forse la squadra numero uno? Sbaglio o la Roma è quotata in Borsa dal lontano 2000? (e bisognerebbe chiedere ai tifosi, che hanno visto il titolo precipitare in 12 anni da 5,5 euro del prezzo di collocamento, all'attuale quotazione di 61 centesimi ad azione, cosa ne pensano). Zeman spesso ha denunciato storture e malcostumi reali del calcio italiano, questo va ammesso. Ma questa della politica e della finanza fuori dalle società di calcio se la poteva risparmiare, per la sua immagine, mica per altro. E' proprio il caso di dire: o la Borsa o la vita (da censore).
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Le verità di Zeman
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Francesco Matteini
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