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Le leghe europee in coro: “No alla SuperLega”

Le leghe professionistiche difendono il proprio no alla creazione di un campionato esclusivo solo per le big.

Redazione VN

I club da una parte, le leghe nazionali dall’altra, rispettivamente rappresentati da ECA e EPFL (European Professional Football League, associazione che riunisce le leghe professionistiche europee). Proprio quest’ultima è intervenuta a gamba tesa sulla questione SuperLega: «Noi siamo difensori dei campionati nazionali: i meriti sportivi devono essere alla base della piramide calcistica a livello nazionale e europeo», ha dichiarato Alberto Colombo, vicesegretario generale dell’Epfl.

«Alle competizioni europee devono partecipare i club che hanno meritato la qualificazione sul campo», ha concluso Colombo a margine di una riunione fra i rappresentanti di una ventina di leghe europee, ospitata a Milano dalla Lega B, sulle nuove tendenze del business nel calcio.

Parole che seguono quelle degli ultimi giorni di Georg Pangl, segretario generale dell’associazione. «La scorsa settimana il consiglio di amministrazione della nostra organizzazione costituito dai rappresentanti delle principali leghe europee, si è riunito a Madrid e ha deciso di schierarsi fermamente contro la possibile organizzazione di una Superlega – ha dichiarato a gianlucadimarzio.com -. La EPFL difende il sistema attuale dove i migliori club si classificano per le competizioni europee organizzate dall’organo di governo del calcio europeo – la Uefa – sulla base del merito sportivo. E la nostra associazione sostiene il diritto di ogni club di mantenere vivo il sogno di competere ai più alti livelli».

Inoltre «i campionati nazionali verrebbero indeboliti e il loro valore diminuirebbe in maniera significativa», come ha spiegato Ornella Dersiree Bellia, responsabile agli affari legali della EPFL, sempre a gianlucadimarzio.com. «La Superlega – ha proseguito – potrebbe mettere a rischio l’attuale modello economico e gli equilibri dell’attuale mercato dei diritti audiovisivi causando una crescita del gap economico e sportivo esistente tra piccoli e grandi club. Per il momento però è difficile fare ipotesi concrete dal momento che si tratta solo di rumors e le poche informazioni che abbiamo sono quelle che trapelano dai media».

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