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Lady Socrates: “A fine gennaio sarò a Firenze”

Mancano pochi giorni al primo anniversario della scomparsa del Dottor Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, campione brasiliano rimasto a Firenze una sola stagione ma mai dimenticato per la …

Redazione VN

Mancano pochi giorni al primo anniversario della scomparsa del Dottor Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, campione brasiliano rimasto a Firenze una sola stagione ma mai dimenticato per la sua intelligenza calcistica, per la sua generosità, per la sua bontà, per una sensibilità fuori dal normale, per la sua idea politica di sinistra, per il suo modo di confrontarsi col popolo, per il suo predicar democrazia. Per quel suo volto da rivoluzionario in stile Che Guevara, per la sua raffinatezza sul manto verde e pure per quel suo gusto di bere birra che non ha mai nascosto. Era un campione, un campione vero, capitano del Brasile ai Mondiali del 1982 e del 1986 (laureato pure in Medicina quinti colto), ma Firenze non se n'è accorta se non nel momento in cui, grazie al suo arrivo in viola nell'estate del 1984, fece registrare il record di abbonati allo stadio, svolgendo così il principale compito per il quale la famiglia Pontello lo scelse per fargli indossare la maglia numero 8 della Fiorentina. Del resto era arrivato un nazionale brasiliano, colui che era soprannominato 'Il tacco di Dio' e la città non poteva che infiammarsi, anche perché Sócrates era la risposta di Firenze al colpo argentino del Napoli che ingaggiò Maradona.

Il settimanale Brivido Sportivo ha deciso di ricordarlo intervistando la sua dolce metà (la terza moglie), la bellissima Kátia Bagnarelli. "Ci siamo conosciuti sul lavoro. Sono a capo di una società di marketing sportivo in Brasile e lavoro anche nella produzione di cinema e tv. Lo assunsi per tenere delle conferenze per un cliente della mia compagnia, precisamente per i dirigenti delle vendite di apparecchiature elettroniche. E poi abbiamo lavorato insieme in un programma TV, del quale io ero direttrice, e dove lui faceva il presentatore, ragione per cui eravamo insieme 24 ore su 24, dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti. Ma per conquistarmi ricordo che durante una conferenza, precisamente a Rio de Janeiro, mi ha cantato una poesia che aveva composto per me (perché lui era anche un cantante e difatti ha registrato 4 album). E io, dopo quella dichiarazione, non ho resistito... Mi ha parlato molto di Firenze e mi ha lasciato molte lettere e una autobiografia... In queste missive, per esempio, ha raccontato com'è stato lasciare il Brasile in un periodo politicamente importante, quando lui era completamente impegnato con il popolo brasiliano. Provava tanto dolore per il fatto di dover partire. Nella prima lettera, che sarà la mia guida quando verrò a Firenze, ha raccontato come è stato lo sbarco a Roma, le sue sensazioni nel momento in cui prese l'autostrada per Firenze e dell'accoglienza della città al suo arrivo allo stadio. Ha detto che aveva paura perché lui non parlava italiano. Che era stanco, ma che riusciva comunque ad assorbire la stanchezza del suo cuore attraverso i suoi occhi che ammiravano la bellezza della Toscana. In poco tempo si è innamorato di Firenze, ma i suoi giorni nel capoluogo toscano non sono stati facili. Non si è mai abituato al freddo, e ben presto ebbe un infortunio anche a causa del quale non riuscì a dare il meglio sé in campo per la Fiorentina. Ha sofferto un po' le pressioni del club e, per questo, si è avvicinato al popolo fiorentino, come aveva sempre fatto in ogni paese in cui era stato. Era una sua caratteristica, lui amava il popolo. Anche il dover tornare in Brasile dopo un anno non è stato facile, ma ci è tornato. In uno dei passaggi della sua lettera descrive esattamente, per filo e per segno, quello che sentiva al suo arrivo a Firenze, dicendo di essersi innamorato della città e dell'accoglienza ricevuta. Sócrates ha sofferto di adattamento climatico ed ha trovato difficoltà di comunicazione. Se avesse avuto l'aiuto personale e professionale per far fronte a queste difficoltà, avrebbe potuto fare molto di più per la maglia della Fiorentina. Come ho già detto Sócrates mi ha lasciato molte lettere e in una di queste mi chiede di tornare a Firenze e di andare personalmente nei luoghi dove lui ha vissuto qua in Italia, a Firenze. Non vedo l'ora di farlo, e non vedo l'ora di andare allo stadio per conoscere la Fiorentina, che ancora non conosco. E poi so che la città è bellissima. Arriverò il 23 gennaio e rimarrò fino al 4 febbraio. Voglio sapere tutto, voglio vedere e conoscere tutto: la Fiorentina, la città, la casa del popolo delle Vie Nuove, i luoghi che mi ha chiesto di visitare. E poi vorrei incontrare gli italiani che hanno giocato con lui, i dirigenti del club: devo ringraziare Firenze e l'Italia per l'amore e l'opportunità che hanno dato a mio marito. Devo dire grazie a tutti personalmente".

(Calciomercato.com)