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La Uefa celebra Pepito: “Più Baggio che Zola stasera”

“Un po’ Zola, un po’ Baggio”. Con queste parole, Cesare Prandelli ha disegnato le geometrie calcistiche di Giuseppe Rossi, che questa sera, insieme a Mario Balotelli, darà vita alla coppia …

Redazione VN

"Un po' Zola, un po' Baggio". Con queste parole, Cesare Prandelli ha disegnato le geometrie calcistiche di Giuseppe Rossi, che questa sera, insieme a Mario Balotelli, darà vita alla coppia offensiva dell'Italia nell'amichevole contro la Nigeria.

Che Rossi sia un predestinato lo si evince già dal cognome. Lo stesso di Pablito, eroe Mundial del 1982, ma il paragone del Ct capita a proposito anche per un'altra ragione. Sempre di Mondiali si parla, ma di quello a stelle e strisce del 1994. Già, perché in quell'edizione del torneo i destini di Gianfranco Zola e Roberto Baggio si intrecciarono a doppio filo in una sfida che tenne tutti con il fiato sospeso proprio contro la Nigeria.

E' il 5 luglio 1994 e l'Italia scende in campo contro le Super Aquile negli ottavi di finale. Reduci da una fase a gironi piuttosto deludente, gli Azzurri si trovano di fronte la squadra rivelazione del torneo, che con il suo calcio fisico ed esuberante ha piacevolmente sorpreso tifosi e addetti ai lavori. L'esito della sfida è tutt'altro che scontato.

Un'Italia ordinata e ordinaria regge più o meno bene il campo fino al minuto 25', quando la Nigeria trova il vantaggio con Emmanuel Ammuneke sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Clamorosa, nell'occasione, la collesiva amnesia della retroguardia azzurra, degna del "pasticciaccio brutto" di gaddiana memoria. I guai, però non sono finiti.

Chiuso il primo tempo sotto di un gol, l'Italia sfiora il pari con Baggio (Dino, però), che in mezza girata stampa il pallone sul palo. Poi il patatrac: minuto 63', l'allora Ct Arrigo Sacchi toglie Giuseppe Signori per sfruttare la fantasia di Zola. La partita di "Magic Box", però, dura poco più di 600 secondi, perché al 74 l'arbitro gli sventola sotto il naso il cartellino rosso. Zola si dispera, quasi scoppia in lacrime, ma il dado è tratto e l'azzurro dell'Italia vira verso il blu tenebra.

In dieci la squadra di Sacchi se la vede brutta. L'inferiorità numerica, unita alla maggiore freschezza della Nigeria, costringe la retroguardia azzurra a una serie di recuperi disperati, mentre il cronometro corre inesorabile. Sembra tutto perduto, ma all'88' la luce si riaccende: ci pensa Baggio, che con un colpo da biliardo da dentro l'area manda il pallone a spegnersi lentissimo in rete, quasi accarezzando il palo. 1-1 all'ultimo respiro e supplementari.

I minuti che seguono sono una girandola di emozioni. Stremate dalla fatica e dal caldo, le due squadre vanno avanti a un'azione per parte. Fino all'11', quando Antonio Benarrivo viene atterrato nell'area nigeriana e si guadagna un rigore. Sul dischetto, manco a dirlo, si presenta Baggio, che insacca lambendo il palo e firma la personale doppietta.

Dal paradiso all'inferno in pochi giri di orologio. l'Italia soffre fino al 120', ma porta a casa vittoria e qualificazione ai quarti. Gli Azzurri arriveranno poi in finale contro il Brasile e le cose dal dischetto andranno diversamente per Baggio, ma questa è un'altra storia.

Tornando all'attualità sembra difficile che la sfida del Craven Cottage possa regalare le stesse emozioni. La posta in palio non è certo la stessa e al Mondiale, stavolta, mancano sei mesi. Ci sarà però Rossi, un po' Baggio e un po' Zola. Ci sarà Balotelli e un'intesa tra i due tutta da costruire. Con la speranza che, almeno stasera, Pepito assomigli più a Roberto che a Gianfranco.

(Uefa.com)