Se c'è un risvolto positivo nell'eliminazione di ieri sera dalla Coppa Italia è che probabilmente il turnover di Pioli lo possiamo mettere in naftalina, almeno fino alla prossima stagione. Che poi, a dire il vero, neanche è giusto attribuire la paternità di quanto visto contro la Lazio al solo tecnico della Fiorentina, comunque reo di aver commesso più di un errore da matita blu. Perché quando ti ritrovi a giocare sette partite in un mese e dietro ai titolari hai un costosissimo esercito di punti interrogativi composto da Gaspar, Maxi Olivera, Cristoforo, Sanchez, Eysseric, Saponara e Gil Dias, puoi disquisire di tattica quanto vuoi ma il materiale umano a disposizione resta quello che è.
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Il turnover coi fichi secchi finisce in soffitta. Ma le colpe non sono solo di Pioli
Niente di nuovo: ieri l'ennesima conferma che a fronte dei buoni acquisti messi a segno, durante l'ultimo mercato sono stati commessi anche tanti errori
Tutto come previsto, quindi: la Fiorentina, ad oggi, miracoli o imprese a parte, nel doppio impegno non è in grado di imporsi in casa di una qualunque delle prime cinque squadre italiane. Questo non cancella quanto di buono visto a Napoli e Cagliari, che restano comunque i punti da cui ripartire, ma ci conferma per l'ennesima volta - questo sì - che a fronte dei buoni acquisti messi a segno, durante l'ultimo mercato sono stati commessi anche tanti errori. Questo è lo stato dell'arte, sperando che il 2018, nei limiti del possibile (e della volontà... ), li corregga. Prendiamoci l'ottima prestazione di Dragowski, assieme ai bis di Milenkovic e Vitor Hugo. Il resto mettiamolo in soffitta, assieme al turnover.
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