Fischi, fischi e ancora fischi. Ne riceverà tanti dai tifosi viola oggi pomeriggio Mohamed Salah. E non potrebbe essere altrimenti, visto il modo in cui l’egiziano ha lasciato la Fiorentina. Un caso, quello con al centro il calciatore della Roma, che finirà solo a dicembre con il pronunciamento della Fifa. Il Franchi non darà un attimo di tregua al classe 1992. Come successo in passato ad altri giocatori. Ad esempio: Nicola Berti, Roberto Baggio, Gabriel Batistuta e Riccardo Montolivo.
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Il difficile ritorno degli ex al Franchi
Salah sarà subissato di fischi dal Franchi. In passato è già successo a Berti, Baggio, Batistuta e Montolivo
Nell’estate 1988 Berti fu ceduto dalla Fiorentina di Pontello all’Inter per poco più di sette miliardi di lire. Il 12 febbraio 1989 tornò al Franchi per la prima volta da avversario. Fu un incubo. Il nerazzurro – mai troppo amato dai tifosi viola anche quando vestiva la maglia gigliata – andò in completo stato confusionale a causa di un Roberto Baggio in giornata di grazia. Alla fine, Berti, accolto con lo striscione “Nicola, abbassa gli occhi, non sei degno della curva Fiesole”, fu sostituito da Trapattoni dopo nemmeno mezz’ora. Il primo “turno” di fischi arrivò all’uscita dal campo. Il secondo, invece, quando il giocatore fu costretto a rientrare negli spogliatoi perché espulso dalla panchina al 58’ da parte di Agnolin. “Non so perché sono uscito dopo trenta minuti, aspetto spiegazioni da Trapattoni”, disse Berti dopo la gara vinta dalla Fiorentina per 4-3 grazie alla furbata di Borgonovo su Bergomi. “Ho deciso di toglierlo perché non riuscivo più a sopportare che i tifosi della Fiorentina lo fischiassero tutte le volte che toccava la palla. Lo so, non è la prima volta che un ex viene preso di mira dai suoi vecchi fans, ma Berti è giovane e ho voluto evitargli un linciaggio morale”, spiegò il Trap.
Berti non incise quel 12 febbraio 1989. Come Baggio due anni dopo, il 6 aprile 1991, giorno in cui, con la maglia della Juve, sfidò per la prima volta la Fiorentina al Franchi. Un sabato speciale, reso ancor più bello dalla coreografia della Fiesole raffigurante i monumenti di Firenze, dal gol vittoria di Diego Fuser e dal rigore parato da Mareggini a De Agostini. Già, il rigore. Roberto era un maestro dagli undici metri, ma in quell’occasione non se la sentì di calciare. Il Divin Codino non fu accolto bene, ma nonostante ciò non ce la fece a non raccogliere una sciarpa viola che un tifoso gli lanciò dalla tribuna al 64’. Scena strappalacrime. “C’è sempre qualcosa di viola dentro di me. Cecchi Gori mi rivuole a Firenze? La cosa mi fa piacere”, disse Baggio nel post gara. “Già prima della partita, Roby aveva detto che, se ci fosse stato un rigore, non lo avrebbe calciato, visto che Mareggini lo conosceva bene”, furono le parole di Tacconi. “Povera Juve, battuta e ‘tradita’ da Baggio”, titolò La Stampa.
Fischi, ma anche applausi a dire la verità, a Gabriel Batistuta, non uno qualunque, tornato da avversario al Franchi il 9 aprile 2001 con la casacca della Roma. La partita si giocò di lunedì alle 15 su decisione dell’allora prefetto di Firenze Achille Serra. Con il 3-1 firmato dalla doppietta di Enrico Chiesa e dall’autorete di Candela (Emerson a segno per i capitolini), i viola inflissero alla formazione di Capello – campione d’Italia a giugno – la terza sconfitta in campionato. Bati si rese pericoloso solo con un colpo di testa respinto sulla linea di porta da Repka al 18’. “Non ho segnato, capita. I fischi? Ho sentito anche applausi. E io ero meno emozionato dell’andata (fu il suo pallonetto all’amico Toldo a decidere la partita dell’Olimpico, ndr). Ammetto che rivedere casa mia, questo stadio, mi ha fatto un certo effetto”, dichiarò l’argentino dopo il match. “Batistuta, beffa bis: festeggiano moglie e figli, fans viola”, fu il titolo de La Stampa.
E’ andata un po’ meglio a Riccardo Montolivo il 7 aprile 2013, giorno di Fiorentina-Milan, squadre in lotta per i play off di Champions League. Il centrocampista di Caravaggio, capitano rossonero in quell’occasione, fu subissato di fischi che, però, si rivelarono inutili perché fu proprio l’ex gigliato a portare in vantaggio i ragazzi di Allegri rubando palla a Pizarro. Alla fine le due formazioni si divisero la posta in palio pareggiando per 2-2.
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