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Herr Dieter Hecking ed il nuovo corso del ‘Gladbach: alle origini di una svolta preoccupante

Ecco da dove nasce il cambio di rotta che ha caratterizzato gli ultimi due mesi del Borussia, giovedì sera avversario della Fiorentina in Europa League

Alessio Crociani

I dieci punti raccolti nelle ultime quattro gare di Bundesliga, ci raccontano che il Borussia Mönchengladbach di oggi non è lo stesso pescato dai viola a metà dicembre scorso nell'urna di Nyon. Purtroppo. In due mesi il calcio si capovolto nella poco ridente città della Renania Settentrionale. Buona parte del merito va ad Herr Dieter Heking, ex calciatore di media levatura oggi tecnico che sembra aver nuovamente trovato la dimensione giusta proprio a Mönchengladbach dopo i quattro anni al Wolfsburg (arricchiti da una Coppa di Germania ed una Supercoppa).

Non sarà la panacea di tutti i mali, ma il cambio di allenatore sembra proprio aver dato la giusta sterzata ai Fohlen. L'anno zero in casa 'Gladbach è datato 21 dicembre 2016, giorno dell'avvicendamento in panchina tra Schubert – autore di un disastroso inizio stagione - e lo stesso Hecking. Giusto in tempo per sfruttare al meglio il mese di stop osservato dal campionato tedesco e prendere in mano le redini di una squadra sfiduciata ed in piena zona retrocessione.

I risultati alla ripresa si vedono fin da subito: allo 0-0 in casa del Darmstadt, seguono le tre vittorie consecutive contro Bayer Leverkusen, Friburgo e Werder Brema, per una classifica che torna timidamente a sorridere. Ma da dove nasce nello specifico questa svolta? Innanzitutto – sebbene ai più possa sembrare un luogo comune – dalla dose di positività portata in dote da Hecking. Il gruppo ha risposto bene agli stimoli del nuovo tecnico, ritrovando convinzione e fiducia nei propri mezzi.

C'è poi la "normalizzazione" tattica, con il ritorno sul campo al 4-4-2 che ha consentito al pacchetto arretrato formato da Janitschke, Christensen (188 cm), Vestergaard (199 cm) e Wendt di garantire nuovamente equilibrio e sicurezza. Il ritorno di Raffael ai suoi livelli dopo l'infortunio ed il momento d'oro di Hazard, Stindl e Dahoud hanno fatto il resto. Insomma, la doppia sfida tra giovedì prossimo e quello della settimana seguente non cade esattamente nel momento migliore per la Fiorentina. Motivo in più per tenere ben alta la guardia.

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