Fuori Pradè, dentro (probabilmente) Corvino. La Fiorentina passa in poche ore dal giorno alla notte, dalla collegialità che ha contraddistinto la gestione del comparto tecnico negli ultimi quattro anni al 'ghe pensi mi' in salsa salentina. Un piccolo, grande terremoto che si ripercuote inevitabilmente anche sui rapporti di forza in orbita Fiorentina. Conseguenze quasi lapalissiane per chi segue anche solo superficialmente le vicende viola, ma pur sempre conseguenze.
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Giochi di potere
Il piccolo grande terremoto che ha portato al passaggio da Daniele Pradè a Pantaleo Corvino sula poltrona di ds viola, si ripercuote inevitabilmente anche sui rapporti di forza in orbita Fiorentina
In quest'ottica, esce ulteriormente rafforzata la figura di Mario Cognigni, da sempre grande estimatore di Corvino e alfiere della sua candidatura assieme a Diego Della Valle. Aumenta il suo peso specifico in chiave viola - seppur da 'esterno' - anche Fali Ramadani, da sempre interlocutore privilegiato del mago di Vernole sul mercato. Ma anche dello stesso Cognigni. Non è un caso che pure dopo l'addio di Corvino nel 2012 i rapporti tra la Fiorentina e il potente procuratore di origini albanesi siano continuati.
Torna alla ribalta in riva d'Arno anche la fitta rete di osservatori agli ordini del 'Corvo'. Un sistema di scouting capillare che si estende dal Sudamerica fino ai Balcani, tradizionalmente terra di conquista del dirigente leccese. Salutati Pedro Pereira e, almeno per quanto riguarda il lato sportivo, Andrea Rogg, sorride invece il professor Vincenzo Vergine, responsabile del settore giovanile viola portato a Firenze proprio da Corvino e suo storico braccio destro. Ed è solo l'inizio. Ora, non resta che aspettare...
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