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Sentite Flachi: “Baiano un maestro, sono stato l’Antognoni della Samp”

Flachi, getty images

I ricordi dell'ex attaccante, cresciuto nella Fiorentina e poi diventato bandiera blucerchiata. C'è spazio anche per l'attualità: "La Fiorentina non è un gruppo"

Redazione VN

In una lunga intervista a footballnews24, Francesco Flachi ha ripercorso la sua carriera parlando ovviamente anche di Fiorentina. E dei tanti campioni con cui ha giocato, da Batistuta a Baiano, da Rui Costa ad Edmundo. "Mi sento fortunato perché mi hanno insegnato tutto a livello di tecnica, valori e modo di comportarsi in campo. Per me Baiano è stato un maestro, ho appreso tanto da lui sotto il profilo dei movimenti. Sono stato sfortunato, invece, perché non ho mai avuto la possibilità di avere continuità, dimostrare il mio valore e meritare con le prestazioni questa maglia" dice Flachi. "L’amore viscerale per la Fiorentina mi è sempre rimasto. Non voglio assolutamente mancare di rispetto ai tifosi della Sampdoria, ma ho sognato di fare a Firenze il tipo di carriera che ho fatto a Genova. A livello calcistico, però, guai a chi mi tocca la Sampdoria, perché ho avuto e ho tutt’ora un rapporto speciale con i tifosi blucerchiati. Sono stato a Genova quello che è stato Antognoni a Firenze".

Infine una battuta sulla Fiorentina di oggi e l'addio di Prandelli: "É cambiato tutto, prima avevamo più personalità, più appartenenza alla maglia che si indossava. Ora si lavora molto sul singolo giocatore e non sul gruppo e, anche se non sono nel mondo del calcio da tanto tempo, un gruppo lo si riconosce subito. La Fiorentina, in questo momento, non lo è. In generale c’è più freddezza nei confronti dei tifosi, mentre è forse uno degli aspetti più belli camminare in mezzo alla gente sia quando le cose vanno bene che quando invece non vanno per il verso giusto. Bisogna rimanere ancora più uniti nelle difficoltà, i giocatori devono prendersi le proprie responsabilità anche nelle interviste. Queste cose non ci sono più, anche perché i calciatori non fanno nemmeno in tempo ad affezionarsi che vanno via e, dopo qualche partita giocata bene, il loro valore di mercato sale alle stelle. Questo incide sullo spogliatoio e i social hanno cambiato tutto".

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