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Figc: riforma Consiglio, niente accordo

Saltato l’accordo, la Federcalcio si affida al commissario ad acta in vista delle elezioni del 17 dicembre. Il Consiglio federale svoltosi oggi in Figc non è riuscito infatti a trovare …

Redazione VN

Saltato l'accordo, la Federcalcio si affida al commissario ad acta in vista delle elezioni del 17 dicembre. Il Consiglio federale svoltosi oggi in Figc non è riuscito infatti a trovare l'intesa sulla riduzione da 27 a 20 del numero dei suoi membri, secondo i principi riformatori del Coni, definendo anche il peso ponderato di ciascuna componente. E, in attesa del commissario, è stata annullata anche l'assemblea statutaria fissata per il 17 settembre. "Non si è raggiunta un'intesa sulla modifica - ha ammesso al termine della riunione il presidente della Figc, Giancarlo Abete -. Non ha senso andare ad un passaggio assembleare sapendo che le Leghe non hanno una condivisione su questo argomento".

Eppure le Leghe (di serie A, di B, Lega Pro e Lega Dilettanti) hanno provato a trovare un accordo sino all'ultimo minuto. "Il Consiglio è iniziato in ritardo perché c'é stato un tentativo da parte loro", ha svelato Abete. Una sorta di "unione delle Leghe" - come l'ha definita, uscendo dalla sede Figc di via Allegri, il rappresentante della componente dilettantistica, Carlo Tavecchio - che non trovando un'intesa sul proprio numero di rappresentanti (la Lega di A non voleva rinunciare a un consigliere), ha fatto propria la proposta del presidente della Lega Pro, Mario Macalli, di estromettere il membro che spetta agli arbitri. "Ho un rispetto enorme per la classe arbitrale, per i principi del Coni e per lo statuto federale - ha dichiarato Macalli in uscita -, ma oggi gli arbitri, che sono un organo di servizio, fanno parte del consiglio con diritto di voto, mentre il settore giovanile scolastico e quello tecnico sono solo invitati e non hanno questo diritto. Ho sempre sostenuto dall'inizio che gli organi di servizio non debbano avere rappresentanza, però oggi hanno un 2%, dunque votano per l'elezione del presidente federale e hanno titolo a rimanere nel Consiglio".

"L'Aia è l'unica componente intoccabile nel consiglio federale. La proposta di Macalli? La rigetto, è più un problema suo che dell'Aia", ha replicato stizzito Marcello Nicchi, presidente dell'Associazione Italiana Arbitri. Lo scontro frontale ha impedito di trovare l'intesa e quindi ora toccherà al commissario Giulio Napolitano, docente di diritto e figlio del presidente della Repubblica, disegnare il nuovo organo direttivo, che al momento è così costituito: Lega di A (3 rappresentanti), Lega di B (1), Lega Pro (4), Lega Dilettanti (7), Aia (1), Aic (6), Assoallenatori (3), più il presidente Abete, che ha chiarito anche i compiti del nuovo commissario che dovrà condurre all'assemblea elettiva del 17 dicembre. "Vediamo quanto tempo impiegherà a dirimere la questione - ha proseguito Abete -. La Figc comunque, per il rinnovo delle cariche, oltre alla data del 17 dicembre ha fissato il 14 gennaio come data di riserva, anche perché poi, secondo quanto dichiarato da Petrucci, il 19 febbraio ci saranno le elezioni per il nuovo presidente del Coni. Speriamo di riuscire a rispettare la prima data, altrimenti faremo l'assemblea nella seconda".

"Nella sua autonomia - ha quindi aggiunto - deve posizionare all'interno degli statuti federali gli effetti dei principi riformatori del Coni senza dover ricorrere all'assemblea statutaria. Su tutta una serie di problematiche c'era già la condivisione da parte della Federazione. Se si fosse risolta la questione del numero dei consiglieri non avremmo avuto problemi a recepire altri aspetti dei principi riformatori". Il commissario, però, non affronterà la spinosa questione legata al diritto di veto. "Non sarà toccato il diritto di veto - ha assicurato Abete -. Non penso che abbia la titolarità ad intervenire, anche se la nostra Federazione risulta essere l'unica che ha ancora questa logica".

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