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Ex viola Esposito: “Anche noi nel 1969 non eravamo in un buon periodo, però a Kiev…”
Di seguito riportiamo il pezzo apparso sulla pagina ufficiale FB dell’Associazione Glorie Viola scritto dall’ex viola Salvatore “Ciccio” Esposito, uno dei protagonisti della storica vittoria a Kiev con la Fiorentina in...
Stasera è in programma l'incontro Dinamo Kiev-Fiorentina, valido per i quarti di finale dell'"Europa League". Questa gara suscita in me, inevitabilmente, ricordi e sensazioni particolari.
Il 12 novembre 1969, infatti, si disputò la partita Dinamo Kiev - Fiorentina, valida per gli ottavi di finale della Coppa dei Campioni (l'equivalente - lo dico per i più giovani - dell'attuale "Champions League", ma forse ancora di più alto livello qualitativo, perché a tale competizione potevano partecipare soltanto le squadre che nell'anno precedente avevano vinto i rispettivi campionati nazionali). La Fiorentina campione d'Italia 1968-1969 acquisì dunque il diritto di partecipare alla più prestigiosa delle competizioni europee nella successiva stagione 1969-1970.
Nei sedicesimi di finale avevamo superato abbastanza agevolmente la squadra svedese dell'Oester Vaxioe, e negli ottavi di finale - per l'appunto - il sorteggio decise che avremmo dovuto affrontare la squadra campione dell'allora Unione Sovietica.
Sapevamo che la Dinamo Kiev era una squadra molto forte, ma per il resto ne sapevamo ben poco; del resto, a quei tempi, tutte le vicende (o quasi) dell'Unione Sovietica erano avvolte in un generale mistero.
Sapevamo che la Dinamo Kiev era la squadra che costituiva l'ossatura della nazionale sovietica, che avremmo trovato a Kiev una temperatura molto rigida, che avremmo giocato in uno stadio che conteneva centomila spettatori, e che si sarebbe registrato il "tutto esaurito"; sapevamo quindi che il nostro compito sarebbe stato molto impegnativo sotto tutti i punti di vista.
Preparammo benissimo la partita, e la affrontammo con la giusta concentrazione e con la giusta determinazione.
Riuscimmo a ben contenere la prevedibile sfuriata iniziale degli avversari, poi, progressivamente, prendemmo in mano le redini della gara, ed andammo meritatamente in vantaggio con un gol di Chiarugi. Nel secondo tempo la Dinamo Kiev attaccò subito a testa bassa, e pareggiò i conti con una punizione beffarda di Serebriannikov. Ma dopo poco, un calcio di punizione di Amarildo non trattenuto dal Rudakov consentì a Maraschi di segnare il gol del 2-1, risultato che riuscimmo a condurre in porto con sicurezza; addirittura, nel finale, sfiorammo il terzo gol. Uscimmo dal campo fra gli applausi dello sportivissimo pubblico ucraino e fra le urla di gioia dei cinquecento tifosi viola che ci avevano seguito nella difficile trasferta.
Per la prima volta in assoluto una squadra italiana riuscì a vincere in terra sovietica, e per giunta nella Coppa dei Campioni!
Giocammo una grande partita, che interpretammo alla perfezione, sia sotto il profilo tattico che sotto il profilo psicologico. Eravamo consapevoli della forza dell'avversario, ma anche della nostra forza.
Fu una vittoria meritatissima, come riconobbe la stessa stampa sovietica.
Adesso, quarantasei anni dopo, la Fiorentina è nuovamente impegnata a Kiev in una gara molto importante.
Tutto è cambiato rispetto a quarantasei anni fa.
Adesso conosciamo bene l'avversario, le sue caratteristiche, i suoi punti di forza, i suoi punti deboli.
Io sono convinto che la Fiorentina possa superare l'ostacolo nonostante il momento poco favorevole che sta attraversando attualmente; del resto anche noi, quando andammo a vincere a Kiev, non stavamo attraversando un periodo esaltante. Sarà fondamentale che i calciatori viola mettano in campo concentrazione, grinta, determinazione, e cuore. Esattamente come facemmo noi quel 12 novembre 1969.
Stasera, io e tutti i miei vecchi compagni di quel meraviglioso giorno trepideremo per i nostri "eredi", e saremo vicini a loro con tutto il nostro cuore; con la viva speranza che possano ripetere l'impresa che noi riuscimmo a compiere quarantasei anni fa.
Forza ragazzi! Forza Viola!
Salvatore Esposito
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