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E’ sempre più calcio da social network

C’era il tempo degli incontri segreti in hotel, delle discussioni negli spogliatoi e malumori di giocatori e presidenti, celati da silenzi stampa. Già c’era. Un mondo tanto parallelo fino a …

Redazione VN

C’era il tempo degli incontri segreti in hotel, delle discussioni negli spogliatoi e malumori di giocatori e presidenti, celati da silenzi stampa. Già c’era. Un mondo tanto parallelo fino a qualche anno fa quanto distante da quello “sociale” che conosciamo adesso. I cinguettii si sono fatti sempre più frequenti, allenatori, giocatori, presidenti e procuratori tutti i giorni, a tutte le ore sono sotto l’occhio del ciclone. Basta una foto con un tablet, una parola di troppo sentita nel ristorante più in della città e click! In un attimo l’universo interattivo, spiffera le storie anche più inverosimili, costringendo spesso i diretti interessati a continue giustificazioni o smentite. C’è ora un universo aperto tutti, la gioia condivisa per un titolo vinto, gli auguri a un compagno per un grave infortunio e come avvenuto due mesi fa, un intero pianeta coinvolto in messaggi di speranza e coraggio, nei confronti di un collega, amico e per molti nemico sul campo di gioco.

Sembra quasi una storia surreale ma il primo vero esempio di civiltà emerso dai nuovi media è nato quasi per caso. Le parole “Animo Abidal” solidali verso il giocatore, vittima di un tumore al fegato che lo ha costretto ad abbandonare per sempre il calcio, sono partite da un augurio di Dani Alves su Twitter, e quasi per caso hanno fatto il giro del pianeta in poche ore, tanto da far optare la federazione spagnola e molti suoi ex compagni o rivali sparsi per tutto il mondo, a indossare una maglia in onore sua per trasmettergli tutto l’affetto di cui aveva bisogno. L’esempio di Abidal è stato il più bello che finora in pochi anni di vita è emerso da questi nuovi media , spesso guastafeste di trattative in diritto d’arrivo o di sfoghi di giocatori non proprio inclini allo spirito di squadra. L’uso di tali strumenti spesso divertente, ti permette di complimentarti col tuo campione e nel caso più fortunato di ricevere una sua risposta, è un bello spot per il calcio del futuro. Incline alle nuove tecnologie purchè si rispetti l’umanità e la bellezza di quei 90 minuti, unica storia che da nonni a nipoti in più di un secolo di palloni visti rotolare non vorremmo mai vedere cambiare. (itasportpress.it)