Francesco Acerbi, il difensore centrale del Sassuolo operato a luglio per un tumore al testicolo, dovrà affrontare una nuova sfida contro la malattia che sembrava aver battuto definitivamente la scorsa estate. La dura realtà è trapelata ieri da fonti ospedaliere dopo i test specifici ultimati in Emilia. Quello che si temeva, ovvero il possibile riemergere del tumore, è stato confermato dagli approfonditi esami fatti privatamente dal calciatore. A questo punto, localizzato il male, si passerà subito alle cure che dovrebbero tenersi a Milano al San Raffaele dove lo stesso Acerbi è stato operato con successo la scorsa estate.
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Dramma Acerbi: il tumore è tornato
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L’allarme del 1° dicembre La sentinella che qualcosa non andava nella salute di Francesco era emerso in concomitanza con il giallo della positività alla gonadotropina corionica al test antidoping effettuato dopo la partita disputata a Cagliari il 1° dicembre scorso. Momenti di spaesamento, la questione normativa e quella umana ad intrecciarsi veloci, la paura e la reazione immediata. A seguire, dopo la sospensione preventiva della Procura antidoping del Coni, Acerbi e il suo entourage hanno fatto passi veloci per chiarire stato di salute e dinamica dei fatti. Nuove analisi del sangue e delle urine hanno confermato la presenza della gonadotropina, ai livelli osservati prima dell’operazione di luglio. Lunedì, poi, sempre in Emilia, in day hospital, una Tac non aveva escluso i timori comparsi nel weekend, con valori anomali e fuori dalla norma.
Spaesamento e normative Acerbi è molto provato dagli eventi, per di più dopo che nei mesi scorsi aveva duellato con coraggio contro la malattia, battendola e tornando in campo a settembre con prestazioni agonistiche di livello. Ansia e tensione nel suo entourage, tra i familiari e i giocatori del Sassuolo che, domenica scorsa, prima del match con la Juventus, avevano esposto una maglia con una scritta a sostegno di Acerbi e della sua nuova battaglia. La società del Sassuolo e lo staff medico restano ufficialmente alla finestra. Bocche cucite in attesa di una posizione ufficiale. In questo contesto, passano in secondo piano le mosse della Procura antidoping e il conseguente fascicolo pro forma su Acerbi.
Una carriera bruciante Ci troviamo a narrare il mix esplosivo di un fisico prorompente e del destino bruciante di un giovane di soli 25 anni alle prese con un male strisciante da sconfiggere per la seconda volta in pochi mesi. È la trama del film sportivo ed esistenziale di Francesco Acerbi che ha toccato il cielo con un dito nel verde dell’età, arrivando a San Siro con la maglia del Milan. Quindi l’esordio in Champions League e la convocazione di Cesare Prandelli in Nazionale. È la storia di ragazzo qualunque, di un gigante ruggente senza timore, in campo e fuori, come il suo modo di affrontare la malattia la scorsa estate, battuta con determinazione. Poi gli allenamenti col Sassuolo, il sudore e il ritorno all’agonismo della Serie A il 15 settembre contro il Verona. Sembrava perfetto, tutto veloce e vincente. Un primo successo personale è agli archivi, adesso si prospetta una nuova, fondamentale battaglia. L’obiettivo dichiarato è di vincere ancora e tornare svettare, da par suo, sui campi della Serie A. Acerbi di sicuro promette battaglia.
La Gazzetta dello Sport
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