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De Rossi: “Abbiamo una sana paura del Costa Rica”

Si è allenato, sta bene, la cervicale non è un allarme. Daniele De Rossi, insomma, è pronto a tornare in trincea già da venerdì a Recife. E a divertirsi con …

Redazione VN

Si è allenato, sta bene, la cervicale non è un allarme. Daniele De Rossi, insomma, è pronto a tornare in trincea già da venerdì a Recife. E a divertirsi con questa Italia che è partita col piede giusto. "Il tiqui-taca? Prandelli ha inventato il nostro stile di gioco, adattandolo alle nostre caratteristiche – spiega il romanista in conferenza stampa -. Noi non abbiamo nelle corde la corsa di 50 metri. E poi fa molto caldo, il nostro modo di giocare ci fa pagare di meno lo sforzo. Vedo nazionali che dopo mezz’ora vanno a due all’ora. Anche Totti sarebbe stato bene nella nostra Nazionale, perché facciamo arrivare il pallone ai nostri uomini di qualità senza spremerli. In ogni caso, non è solo il centrocampo ad averci fatto vincere la prima partita. Obiettivi? Non me ne pongo, non avrebbe senso".

LE ALTRE — Lo sguardo si allarga alle altre pretendenti al Mondiale: “La Spagna, secondo me, si può riprendere, la danno per morta troppo presto. Parliamo di una nazionale che ha fatto scuola. Tutti, oggi, si sono evoluti calcisticamente: recuperano palla in fretta e cercano di fare gioco, con uomini che all’estero hanno imparato l’organizzazione. L’Olanda, è facile dirlo, è la squadra che finora ha impressionato di più, per il risultato e la compattezza. E mancava Strootman. Merito di Van Gaal, uno che fa bene ovunque vada”.

CHE CENTROCAMPO — Poi una riflessione sul suo ruolo in questo gruppo azzurro: “E’ un concetto sbagliato pensare che io sia insostituibile, altri due o tre giocatori possono fare ciò che faccio io, anche meglio. Thiago Motta, per esempio, può arretrare a prendere il pallone tra i difensori come me, è un mediano difensivo con più classe, di livello mondiale, anche se io sono più dinamico. Non cerco questo tipo di titoli, preferisco punti e buone prestazioni. Anche dire che il nostro centrocampo sia il migliore al mondo è esagerato. E’ un reparto forte e con elementi complementari, ma lo è da tanti anni, lo era anche in Confederations Cup e all’Europeo”.

COSTA RICA — In questi giorni, fervono i preparativi per la sfida con la Costa Rica, sorpresa del girone: “Di loro abbiamo una paura sana. Contro l’Uruguay hanno fatto vedere che sono una buona squadra e che hanno giocatori interessanti. Il caldo di Recife creerà più problemi a noi, perché i nostri avversari sono più abituati a questo clima tropicale. I time-out? Certo che ci servirebbero. Il fatto che abbiano battuto l’Uruguay è quasi un vantaggio, elimina ogni rischio di sottovalutarli. Mi dicono che Campbell, il centravanti, sia stato protagonista di una partita incredibile. Giocare a quell’ora è una mancanza di rispetto per i calciatori? Di certo non tutela la nostra salute e lo spettacolo, ma non è solo un problema della Fifa. Che dire, allora, di quando in Italia giochiamo nelle sere di gennaio e sul campo si pattina? Non c'è bisogno di scomodare la Fifa per capire che spesso gli interessi economici vengono prima rispetto alla salute dei calciatori.”.

PIRLO — De Rossi è una colonna della Nazionale ormai da tempo. E ha molto da raccontare. “Mondiali ed Europei sono tornei che ti rimangono dentro per tutta la vita – dice -. Ricordo anche il Sudafrica, nonostante le cose non siano andate bene. O il cartellino rosso che ho preso in Germania, l’unico della mia carriera in Nazionale. Pirlo che lascerà la maglia azzurra mi tocca nell’anima, perché abbiamo diviso la camera e i ritiri per oltre dieci anni, sempre con grande sintonia. E’ un esempio e sta raccogliendo tutto l’affetto che merita. Non protesta, non simula, le persone si avvicinano ai tipi come lui. Lasciare l’azzurro anch’io? No, sono in salute e non ho data di scadenza, onorerò questa maglia finché posso. Anche coi compagni qui in Brasile si è creato un gruppo di gente che si aiuta. Siamo una famiglia per un mese e mezzo, poi torneremo uno contro l’altro già da agosto”.

SOCIAL E BELI — Un accenno anche ad aspetti meno strettamente connessi col calcio: “I social network? Usarli va bene, ma io non li utilizzo pubblicamente per comunicare coi tifosi. Ho paura dei ‘fake’, l’altro giorno ho visto perfino uno che vendeva una maglia falsa di Inghilterra-Italia… Preferisco il rapporto dal vivo. Come stamattina coi bambini che sono venuti a trovarci in ritiro, con la loro felicità contagiosa. O come il popolo brasiliano, davvero meraviglioso nell’accoglienza che ci ha riservato. In generale, però, preferirei preparare le partite nel silenzio, senza troppi giornalisti e rumori intorno”. Da ultimo, un applauso Belinelli, fresco di titolo Nba coi San Antonio Spurs: “Non lo conosco personalmente, ma seguo il basket e ha portato a termine una grande impresa, si è anche commosso quando se n’è reso conto. Io tifo sempre per gli azzurri, in qualunque sport, dal calcio al tiro con l’arco”.

(Gazzetta.it)