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De Laurentiis e la questione stadio: “Una barzelletta. Qualcuno è interista…”

Le dichiarazioni del presidente del Napoli sulla vicenda dello stadio per la sfida contro i viola

Redazione VN

Altre dichiarazioni di fuoco del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in merito alla vicenda che riguarda lo stadio San Paolo dopo che aveva anche minacciato di non far giocare la sfida contro la Fiorentina. Ecco quanto evidenziato da tuttonapoli.net: "Abbiamo fatto i passi obbligati dalla Legge, scegliendo l'architetto dello Juventus Stadium per intervenire su uno stadio esistente per modernizzarlo. A me dà fastidio che dopo aver parlato con architetti e esperti per intervenire subito con delle invenzioni, mettendo a disposizione dei soldi per 30 punti e De Magistris si dimostra straordinariamente d'accordo e con la stretta di mano ci lasciamo.

Abbiamo presentato il piano di fattibilità, accompagnato dal piano economico-finanzario il 15 luglio ed il 31 luglio, mi aspettavo la Convenzione transitoria ma l'hanno tirata per le lunghe e pure la Uefa potrebbe intervenire. Anche per i concerti abbiamo usato i nostri esperti per far correggere interventi sbagliati con materiale sbagliato, saltando le amichevoli e chiedendo la prima fuori per riavere il campo come prima.

Questa città deve stare dalla parte del Napoli. Puoi stare contro ADL, ma non contro il Napoli. Se sei interista lo devi dire e devi dire che il Napoli non vi interessa e non vi sta a cuore. Tutto il consiglio comunale deve dirlo. Se manca il numero legale non posso andare io in Consiglio, ma io non mi fermo, voglio arrivare fino a che punto questa città mi seguirà a livello istituzionale.

Gli stadi sono una barzelletta, le leggi prestano il fianco a mille problemi e contrapposizioni politiche. Neanche Renzi ha capito che i sindaci devono essere manager. Io non capisco come un uomo politico possa capirne di gestione urbanistica. Un sindaco è schiavo della propria condizione politica e non può lavorare per la città. Oggi non ho chiamato Renzi come qualcuno ha scritto, perché dovrei farlo? Al limite il sindaco".