Se il mercato non è ancora iniziato e ad Oriente i botti milionari si sentono già da diversi giorni significa che qualcosa, in termini di gerarchie geografiche pallonare, sta cambiando. E tutt'altro che lentamente. È già 'toccato' al brasiliano Oscar e a Carlos Tevez fare le valigie per la Cina, direzione Super League, e proprio in queste ore le sta preparando anche Axel Witsel, centrocampista ormai ex Zenit a lungo cercato dalla Juventus durante la scorsa sessione di mercato. Allora - era agosto - si parlava di 15-18 milioni di euro, cifra quasi raddoppiata nel giro di pochi giorni con il passaggio del belga allo Shanghai SIPG (squadra peraltro allenata da una 'vecchia' conoscenza del calcio europeo, André Villas-Boas). Una concorrenza spietata, quella del mercato cinese. Una concorrenza cui è di fatto impossibile dare del filo da torcere.
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Cina, che exploit! Da Oscar a Witsel, passando per Tevez: ma come funziona il calciomercato ad Oriente?
Le ultime sessioni di mercato stanno delineando in maniera inequivocabile i tratti del nuovo gigante calcistico. Non sono solo i veterani in cerca di un ultimo contratto a scegliere la Cina. O almeno non più
Nel recente passato partivano alla volta della Cina Hulk, Gervinho, Jackson Martinez, Alex Teixeira, Ramires e Guarin. Oggi tra i nomi più caldi (oltre a quello di Diego Costa del Chelsea, per il quale sembrerebbe pronta un'offerta di 80 milioni di euro) c'è anche quello di Nikola Kalinic. Che - neanche a dirlo - costerebbe uno sproposito.
Insomma, se state pensando che nel lontano Oriente sia tutto un po' troppo facile, forse sotto sotto ci avete visto giusto. Già, perché i vincoli finanziari delle società dell'Est consentono, in sostanza, spese illimitate. Vi proponiamo di seguito un estratto dell'articolo di Blog Calcio Cina, chiarificante proprio da questo punto di vista.
Quanto dura la finestra di mercato?
Il calciomercato cinese apre quest’anno il primo di gennaio e si chiuderà il 26 febbraio 2017.
Esiste un limite alle spese, qualcosa di simile al Fair Play Finanziario?
No, il FPF esiste solamente nella Uefa. La Afc, l’Asian Football Confederation non si è preoccupata di regolamentare i conti. Nella riforma statale sul calcio,emanata dalle autorità governative cinesi nel 2015, esiste la proposta di istituire un salary cap per tamponare e regolamentare i conti dei club, attualmente in profondo rosso. Nel 2016 i 16 club hanno generato perdite complessive pari a un miliardo di dollari.
Come funziona la regola degli stranieri in Cina?
Nella Chinese Super League vige la regola del 4+1. Ovvero quattro stranieri, più un giocatore in possesso di una cittadinanza Afc. Ogni squadra dunque può tesserare massimo cinque stranieri. Prendiamo l’esempio del Guangzhou Evergrande lo scorso anno.
Stranieri: Alan, Goulart, Paulinho, Martinez.
Asiatico: Kim Gwon.
Sempre riferendoci allo scorso anno, lo Shandong Luneng sembra avere cinque stranieri e nessun asiatico, ma la suddivisione degli Orange Fighters si realizza così.
Stranieri: Pallè, Cissè, Montillo, Gil.
Asiatico: Jucilei.
Jucilei è un brasiliano, ma è in possesso della cittadinanza palestinese, che è un paese affiliato alla Afc.
In campo lo schieramento è quello del 3+1, ovvero uno dei quattro deve andare in panchina. Riferendoci sempre al Guangzhou Evergrande, lo scorso anno i titolari stranieri erano Paulinho, Alan, Goulart e Kim Gwon, con Jackson Martinez in panchina. Il colombiano poteva entrare al posto di uno dei tre sudamericani a partita in corso, l’importante è che in campo venga mantenuta sempre al massimo la regola del 3+1.
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