Toh, guarda un po' chi si rivede. Il buon vecchio Rinaudo con il suo bagaglio di simpatia fatto di militanze bianconere e da quello stile un po' così di tentare l'anticipo sull'avversario... Volenti o nolenti, buona parte della stagione viola è girata proprio attorno a questo centrale classe '83 di origini siciliane che tra Palermo, Napoli e Juventus non è mai riuscito a convincere fino in fondo sul campo; insomma, la classica eterna promessa.
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Caro Rinaudo, qua la mano
L’esempio di un campione come Pepito che domani ritroverà Rinaudo
Chi l'avrebbe mai detto tra i mille entusiasmi di inizio stagione? Uno dei pochi spunti di interesse che accompagnerà queste due ultime partite di campionato della Fiorentina, sarà proprio il nuovo incrocio sul campo tra il difensore amaranto e Giuseppe Rossi dopo lo scontro di gioco del 5 gennaio scorso che di fatto mise la parola fine alla prima stagione in viola di Pepito.
In molti si ricorderanno le polemiche che si scatenarono fin dal dopo partita di quel Fiorentina-Livorno, in parte anche per l'intervento di Rinaudo in sé, gratuito e non molto ortodosso ma non tra i peggiori visti in questa stagione, quanto per il silenzio assordante del giocatore labronico nei momenti più concitati della vicenda. Per bocca di Andrea Della Valle (che lo definì addirittura "un farabutto") e Montella, le sue scuse, parziali, arrivarono solo dopo la sollecitazione di media e addetti ai lavori.
Ma a distanza di cinque mesi, la vera lezione di questa storia arriva proprio dal suo sfortunato protagonista, Giuseppe Rossi, che a mezzo stampa ha già fatto sapere di essere pronto a stringere la mano dell'autore del fallo che potrebbe costargli i mondiali. Un campione normale a 360° che grazie alla sua visibilità riesce a fare di un gesto altrettanto normale un esempio positivo, sulla falsa riga dell'abbraccio tra Gomez e Agazzi. Forse è davvero arrivato il momento di mettere una pietra sopra questa vicenda.
ALESSIO CROCIANI
Twitter: @AlessioCrociani
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