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Calcio giovanile a Firenze, dirigente picchia allenatore avversario

Siamo a fine partita, l’arbitro fischia tre volte. Si accende una piccola rissa in mezzo al campo tra i ragazzini dei Giovanissimi Regionali di Sestese e Cattolica, alle porte di …

Redazione VN

Siamo a fine partita, l'arbitro fischia tre volte. Si accende una piccola rissa in mezzo al campo tra i ragazzini dei Giovanissimi Regionali di Sestese e Cattolica, alle porte di Firenze. Un dirigente della società locale, invece di placare gli animi, entra nel terreno di gioco e sferra un pugno all’allenatore avversario. Una storia di violenza - riportata da repubblica.it - accaduta questo week end a Sesto Fiorentino, da cui anche il presidente della società coinvolta ha preso le distanze allontanando il dirigente. Siamo sul campo della Sestese, alle porte di Firenze. Sul triangolo verde in erba sintetica si stanno affrontando i padroni di casa secondi in classifica nel girone A dei Giovanissimi regionali (classe 2000) e gli ospiti del San Michele Cattolica Virtus. La Sestese al triplice fischio ha vinto per 1-0 e continua l’inseguimento alla capolista Altopascio. Fin qui tutto regolare. A fine gara, però, si accende una piccola mischia tra i ragazzi di 14 anni. A questo punto i dirigenti e gli allenatori delle due squadre si precipitano a dividere le due formazioni. Tutti tranne un dirigente della Sestese, che sferra un pugno all’allenatore della Cattolica Andrea Gioli e lo manda in ospedale.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e adesso potrebbe occuparsi del caso non soltanto la giustizia sportiva ma anche quella ordinaria. La società rossoblu, però, si sta adoperando anche per promuovere eventi a sostegno del fair play e del rispetto. L’occasione è a portata di mano: nel prossimo fine settimana, infatti, Sestese e Cattolica si affronteranno di nuovo. Stesso campo, con la categoria Giovanissimi B (ovvero ragazzi del 2001). La Sestese prima e la Cattolica terza in classifica: “Faremo sicuramente qualcosa per dimostrare quanto le nostre società tengano al rispetto e siano al di sopra di questi episodi - precisa Giusti. Potremmo fare un terzo tempo tutti insieme: ragazzi, allenatori, dirigenti e genitori”. Perché l’educazione parte dal basso, dalle scuole calcio. Ed i ragazzi hanno sempre più bisogno di esempi concreti. Altrimenti tutte le belle parole spese negli ultimi anni a favore di slogan come “respect” e “fair play” saranno inutili. Totalmente inutili.

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