Quello che va in scena nella stagione 2000/2001 è il “canto del cigno” della gestione Cecchi Gori. O se vogliamo anche “quello che poteva essere ma non è stato”. Un campionato iniziato quasi in sordina, con Fatih Terim chiamato a guidare la truppa viola, intervallato da alcuni momenti davvero esaltanti e con un gioco spumeggiante, e concluso invece nell’anonimato (vittoria in Coppa Italia a parte…) con Roberto Mancini al posto dell’imperatore sulla panchina viola e in rotta con la tifoseria per essersi schierato dalla parte di Vittorio Cecchi Gori. Ne è un esempio significativo la partita che si giocò a Firenze la sera del 27 maggio 2001 tra Fiorentina e Atalanta, due squadre divise da un solo punto in classifica, metà classifica per la precisione. Era una Fiorentina fra l’altro che poteva vantare ancora Rui Costa e Toldo ma che comunque se ne sarebbero andati di lì a poco per tentare di sanare gli ormai noti problemi di bilancio. Viola in vantaggio al 13’ con Nuno Gomes che di testa su cross di Bressan trova l’angolo imprendibile per Pelizzoli; pareggio degli orobici sette minuti più tardi con Cristiano Doni su calcio di rigore. Il resto dell’incontro vive di un paio di grandi interventi di Francesco Toldo, che salva il risultato e il pareggio. Nell’ultimo quarto d’ora più niente da segnalare fino al triplice fischio finale, anzi più niente fino alla stagione della rinascita con i Della Valle dopo il fallimento dell’annata successiva. Sono passati poco più di dieci anni eppure sembra un secolo fa…
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Pier Francesco Nesti - MuseoFiorentina.it
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