Parli della stagione 1976/1977 e i ricordi corrono subito al duello per lo scudetto fra Juventus e Torino (quello dei 51 punti per i bianconeri e dei 50 per i granata). Ma fra i tifosi viola “di una certa età” è ancora vivo il ricordo di una Fiorentina comunque terza agli ordini di “Carletto” Mazzone. Senza dimenticare che in quella squadra iniziarono a trovare spazio, al fianco di Giancarlo Antognoni, giovani del calibro di Sacchetti, Restelli e Di Gennaro. E il 3 aprile del 1977, proprio nel giorno del derby torinese terminato in parità, la formazione viola colse una delle cinque vittorie in trasferta di un campionato che era ancora a 16 squadre: 3-2 in casa di quel Foggia allenato dall’indimenticabile Héctor Puricelli e infarcito in campo di nomi noti quali Luigi Del Neri, Nevio Scala e l’ex azzurro Angelo Domenghini. Un Foggia che al termine della stagione non sarebbe retrocesso per soli due punti di vantaggio sulla Sampdoria e che nell’occasione passa in vantaggio con Ulivieri al 13’. Ma la Fiorentina non si fa pregare e nel giro di dieci minuti ribalta il risultato grazie a una doppietta di Desolati (16’ e 20’) e a un gol di Casarsa al 23’, che proprio quell’anno introdusse una nuova tecnica dagli undici metri: calciare i rigori da fermo. E che la prima frazione di gioco sia stata quanto mai scoppiettante lo dimostra la rete del 2-3 siglata da Bergamaschi al 27’. Poi più niente con la Fiorentina che regge agli attacchi del Foggia e scavalca così in classifica l’Inter sconfitta dalla Lazio nella lotta per il terzo posto finale.
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Pier Francesco Nesti - Museofiorentina.it
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