Buffon, J.Cesar e gli altri: quando il portiere…

Avete visto la goffa respinta di Buffon che ieri notte ha permesso a Guarin di infilarlo come un pollo? Se l'avesse fatta Neto saremmo qui a chiederne la lapidazione sulla pubblica piazza. E a ragione. Perché una papera è sempre una papera, ma la carriera di un portiere parla per lui e modifica il giudizio sulle sue prestazioni. Prendo la papera di Buffon per fare due considerazioni. La prima semplice, semplice. Nelle ultime partite giocate, comprese quelle in Nazionale, il portiere della Juventus mi è sembrato aver perso la granitica continuità di rendimento che lo ha portato ad essere, probabilmente, il miglior portiere del mondo. Forse addirittura il migliore di tutti i tempi (anche se queste classifiche attraverso le ere calcistiche sono sempre complicate da farsi e opinabili nel verdetto). In fondo a 35 anni potrebbe essere iniziata la sua parabola discendente. Una sicuerzza in meno per i bianconeri, una opportunità in più per i loro rivali (sperando che la Fiorentina sia fra questi nel prossimo campionato). Seconda considerazione: la carriera di un portiere è fondamentale per assicurarsi la fiducia della squadra in generale e del reparto arretrato in particolare. Sapendo di avere tra i pali Buffon, ma anche Julio Cesar, ecco dove entra in argomento la Fiorentina, il difensore si sentirà coperto, guidato, garantito. Non avrà timore a scegliere il passagio indietro per allegerirsi dalla pressione di un avversario. Non tenterà di liberarsene, magari azzardando un dribbling che potrebbe non riuscire e avere conseguenze letali. Non rilancerà alla viva il parroco con l'unico scopo di tenere lontana la palla da un portiere di cui non si fida o si fida poco. Neto non ha questo tipo di fiducia incondizionata da parte dei compagni di squadra. Non potrebbe averla neanche se giudicato con il massimo della benevolenza e indipendentemente dalle sue capacità atletiche e tecniche. Il numero 1 di una grande squadra non può essere "solo" bravo, deve essere ritenuto bravo da compagni e avversari. Con una "fama" positiva gli basta scendere in campo per aver già fatto metà del lavoro.

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