La Fiorentina di Trapattoni torna sul luogo del delitto: lo stadio Arechi di Salerno è lo stesso nel quale, soltanto poco meno di quattro mesi prima, qualche scellerato lanciò dagli spalti una bomba carta durante la gara di ritorno tra la Fiorentina e gli svizzeri del Grasshoppers per i sedicesimi di finale di Coppa U.E.F.A. e che costò ai viola l’eliminazione dalla competizione. È il 28 febbraio del 1999 e i gigliati cercano di rimanere agganciati alla testa della classifica nonostante un notevole calo di rendimento coinciso con l’infortunio della Sua punta di diamante Gabriel Omar Batistuta in occasione dell’incontro casalingo contro il Milan. La Salernitana, del resto, è penultima in classifica e necessita assolutamente di punti per continuare a sperare in una salvezza che pare oggettivamente assai complicata. Viola ancora privi quindi del cannoniere argentino e con il brasiliano Edmundo a scartamento ridotto per una forte contusione alle costole. Dopo una prima frazione di gioco del tutto anonima, capita che Falcone commetta un fallo in area su Di Vaio sanzionato dall’arbitro con un calcio di rigore che Bernardini manda però sulla traversa. Pericolo scampato? Macchè. Al 74’ è proprio Di Vaio a trafiggere Toldo e portare in vantaggio la propria squadra. Ci penserà Moreno Torricelli, a una manciata di minuti dal termine dell’incontro a riportare in parità le sorti del match. Il risultato però danneggia ancora in classifica la Fiorentina che vede portarsi a quattro il distacco dalla Lazio capolista. I tifosi fiorentini, giunti in Campania sotto il controllo e la protezione di numerose forze dell’ordine, tornano a casa con la spiacevole impressione che il sogno del terzo scudetto, coltivato per tutto il girone di andata, si allontani in maniera preoccupante.
altre news
Battito viola 1999: la squadra del Trap in calo
La Fiorentina di Trapattoni torna sul luogo del delitto: lo stadio Arechi di Salerno è lo stesso nel quale, soltanto poco meno di quattro mesi prima, qualche scellerato lanciò dagli …
www.museofiorentina.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA