Che Roberto Baggio fosse un artista i tifosi viola se ne erano già resi conto da qualche anno, ma la prova schiacciante l’hanno avuta mercoledì 6 dicembre 1989, quando la Fiorentina di Bruno Giorgi, che in campionato certo non brilla, si reca a far visita alla Dinamo Kiev per difendere il gol di vantaggio della partita di andata e cercare di approdare ai quarti di finale della coppa UEFA. Se nella partita di andata, giocata a Perugia, aveva deciso il rigore di Baggio, in questa gara di ritorno, nel gelo di Kiev, a decidere è il rigore dell’inverno ucraino. Ai ragazzi di Giorgi non è concesso neanche effettuare l’allenamento di rifinitura sul campo dello stadio della Repubblica (oggi Olimpico) perché i dirigenti ucraini preferiscono mantenerlo coperto da teloni neri sotto i quali scorre aria calda. Ma al momento in cui le squadre scendono in campo, il terreno risulta ugualmente gelato ed anche soltanto rimanere in piedi diventa un’impresa. Non per Roberto Baggio che danza sul pallone come un pattinatore professionista e tiene costantemente in apprensione la difesa della Dinamo. Contro lo squadrone di mister Lobanovs'kyj e del fuoriclasse Mychajlyčenko, la truppa viola riesce a resistere agli attacchi dell’avversario ed anche al termometro che per tutto il pomeriggio non si schioda dai nove gradi sotto zero. Davanti a 60.000 correttissimi spettatori ed a qualche coraggioso tifoso viola giunto da Firenze, la Fiorentina sfiora anche la vittoria ma il tiro di Baggio, all’inizio del secondo tempo, colpisce il palo. L’incontro termina 0-0 ma per la Fiorentina di Landucci, Iachini e Dunga è esattamente come una vittoria.
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