E' quello di Valentino Angeloni il primo nome nuovo del reparto scouting viola 2015/2016. Erede di Macia? Forse, anche se c'è ancora poca chiarezza sul ruolo che andrà a coprire l'ex dirigente del Sunderland. Di certo, al momento, c'è la storia. Angeloni il meglio di sé lo ha dato durante la parentesi di Udine, durante la quale ha ricoperto con successo il ruolo di capo degli osservatori. Lo stesso affidatogli successivamente dall'Inter. Stessa posizione ma con risultati ben più scadenti nell'anno del fallimento nerazzurro di Stramaccioni. Poi, nell'estate 2013, la grande chiamata dall'Inghilterra. Un'offerta che proprio non si può rifiutare: direttore dell'area tecnica del Sunderland al fianco del ds Roberto De Fanti. Dirige le operazioni in campo, Paolo Di Canio.
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Sarà un disastro. Il secondo per Angeloni dopo la parentesi interista. Addirittura più roboante rispetto a quella. Dei quattordici giocatori arrivati nell'estate 2013, solo due, Giaccherini e Altidore, riusciranno ad entrare in pianta stabile nell'undici titolare di Di Canio e Poyet (subentrato al tecnico italiano dopo appena cinque giornate di Premier League). L'ambiente Sunderland e l'ex manager non hanno dubbi: è colpa di Angeloni e De Fanti. Rei, a loro modo di vedere, di aver condotto una campagna acquisti unilaterale con l'appoggio sconsiderato del presidente Short. Sarà lo stesso Di Canio a confermarlo in un'intervista rilasciata ai media inglesi nell'ottobre 2014 dopo la salvezza agguantata solo in extremis da Poyet:
"Il mio grande errore è stato quello di accettare di lavorare nel modo che ho fatto. Solo per chiarezza: tra i 14 giocatori che sono arrivati al Sunderland durante l'estate 2013, neanche uno è stato portato da me. De Fanti e Angeloni sono i due responsabili degli errori tecnici di quella stagione, con il massimo supporto del presidente Ellis Short. Chiesi a loro di portarmi l'80% di giocatori britannici per poter competere al meglio in Premier League. E sai quante ne sono arrivati? Nemmeno uno". Parole pesanti, seguite da quelle sibilline di Poyet, che lasciò chiaramente intendere che non si sarebbe fatto imporre alcuna scelta di mercato. Inevitabile l'allontanamento di De Fanti prima e di Angeloni poi, ai quali non resterà altro che spartirsi le accuse in proporzione alla rilevanza del ruolo coperto (molto più gravi, in questo senso, le responsabilità di De Fanti). L'auspicio è di rivedere a Firenze l'Angeloni di Udine.
ALESSIO CROCIANI
Twitter: @AlessioCrociani
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