Ma non dovevamo vederci più? Lo cantava il grande Lucio Battisti e forse se lo starà chiedendo anche Stefan Savic, che domenica prossima si ritroverà di fronte Balotelli. Magari la citazione è un po’ esagerata, ma in pochi si sarebbero immaginati che i due, compagni di squadra al City ad inizio stagione, si sarebbero ritrovati a sgomitare in Italia, da avversari, dopo soli sette mesi. E da protagonisti, “dettaglio” scontato per Super Mario nazionale, non per il granitico Stefan, giunto a Firenze in cerca del suo rinascimento calcistico dopo la pioggia di critiche arrivate durante l'anno trascorso nella grigia Manchester.
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Savic e Balotelli, ex compagni domenica contro (COMMENTA)
Missione in larga parte compiuta, perché seppur con qualche picco negativo (pochi a dire il vero) Savic ha ritrovato fiducia nei propri mezzi, tanto da convincere Montella a rinunciare al suo apporto una sola volta dalla gara d’andata contro i rossoneri in poi. Centro-destra o centro-sinistra nella difesa a tre non sembra far differenza per lui, e ora, al fianco di Gonzalo in quella a quattro, è ancor più imprescindibile. Già, Gonzalo. Lui, il vero leader della retroguardia viola, nello scontro Champions contro il Milan non ci sarà per squalifica. Assenza pesante che lascia in eredità proprio a Savic le chiavi di una difesa chiamata al riscatto dopo le quattro reti subite nelle ultime due partite.
Poi c’è lo spauracchio Balotelli, il pericolo numero uno nel lunch match di domenica prossima. Tra i viola nessuno lo conosce bene come Savic e nessuno come Savic ha le caratteristiche fisiche e tattiche idonee per fermarlo. Due amici-avversari che dopo tanti duelli in allenamento sotto gli occhi vigili di Mancini sono pronti a darsi battaglia in una sfida decisiva in chiave Champions, almeno per la Fiorentina.
ALESSIO CROCIANI
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