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Galli : “La gioia più grande a Firenze nel 2004, al ritorno in serie A”

“Con la Juve ci sentimmo defraudati, loro da sempre più tutelati degli altri”

Redazione VN

L'ex portiere della Fiorentina e della Nazionale italiana Giovanni Galli ha rilasciato una lunga intervista esclusiva al Guerin Sportivo. Vi riportiamo le battute più interessanti: "A Firenze ci sono nato calcisticamente, arrivai a 14 anni, mentre a Milano son cresciuto dal lato umano. Quella viola era una famiglia. C'era un contorno fatto di personaggi fantastici: Ernesto il magazziniere, "Sghibbe" e "Pallino" Raveggi, il massaggiatore. Una volta, dopo aver preso gol da lontanissimo contro l'Avellino, mi fecero trovare nello spogliatoio tutti i miei guanti appesi a un filo. Firenze era caldissima. Dico sempre che quando hai giocato al Comunale puoi giocare ovunque.

La stagione del duello con la Juve? L'epilogo più giusto sarebbe stato lo spareggio, anche ai rigori, ai calci d'angolo, a punizioni...come volete. Lo dico da sportivo oltre che da giocatore viola. Il nostro gol a Cagliari, annullato, era buono. Il rigore che diedero alla Juve a Catanzaro c'era. Ci siamo sentiti defraudati. Di sicuro c'era maggiore rispetto per la Juve, diciamo così. Un mio passaggio alla Juve? Nel 1985 ci fu una trattativa tra le due società, ma con me non ne parlò nessuno. Vincemmo 2 a 1 il derby con il Pisa poi lasciai la Fiorentina per il Milan.

La gioia più grande a Firenze? Da dirigente il 24 giugno 2004 quando tornammo in A dopo due anni. Una soddisfazione immensa, nello spogliatoio impazzimmo tutti, i Della Valle finirono nella vasca vestiti. Una grande rivincita nei confronti di quelli che ci avevano deriso per l'acquisto di Riganò. Poi aver conquistato la Nazionale con la maglia viola.

Il 22 novembre 1981 non me lo scorderò mai, l'incidente a Giancarlo Antognoni. Una botta nello stomaco per me che ero a cento metri di distanza. Ho sempre pensato che l'errore dell'arbitro Casarin di non dare il rigore gli abbia salvato la vita. Giocammo per il resto della partita in apnea, non sapevamo nulla".