Con il matrimonio tra Sarri ed il Napoli e le conferme di Garcia e Gasperini, rispettivamente sulle panchine di Roma e Genoa, prendono posto anche gli ultimi tasselli nel mosaico panchine della Serie A. Sold out, o quasi, almeno fino al primo esonero della nuova stagione. Tra nomi fatti per raccogliere l'eredità di Montella a Firenze, quello di Paulo Sousa è indiscutibilmente in vantaggio su tutti gli altri, tanto che l'ufficialità potrebbe arrivare nel giro di poche ore.
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Pressing e ripartenze: alla scoperta del calcio di Paulo Sousa
L’approfondimento tattico sul tecnico portoghese, probabile erede di Montella sulla panchina viola
Un tecnico esempio di pragmatismo, il portoghese, come testimonia l'andata dell'ottavo di finale di Champions League giocato in casa quest'anno contro il Porto: 1-1 il risultato finale, con un tiro in porta degli svizzeri in 90 minuti, quello della rete realizzata a inizio gara, e un fase difensiva quasi impeccabile. Diversamente da quanto accaduto ieri nella finale di Coppa di Svizzera contro il Sion, dove a fare la differenza, però, sono state le disattenzioni grossolane dei singoli e le scarse motivazioni messe in campo dalla squadra (e quindi anche dall'allenatore).
Il 4-3-3 adottato dal tecnico portoghese fa del pressing e delle ripartenze le sue armi più temibili. Insomma, scordatevi il possesso palla visto con Montella: il Basilea di Sousa è squadra cattiva e aggressiva, che in fase di possesso riesce a sorprende gli avversari con ripartenze veloci e tocchi di prima, arrivando con una certa facilità alla rete. L'opposto dell'incedere flemmatico e cadenzato del Sousa giocatore. Meno spettacolo e più copertura, ricorrendo spesso e volentieri, senza vergogna, ai dogmi del calcio italiano.
Allievo di Marcello Lippi, Paulo Sousa ha avuto l'umiltà di portare avanti il progetto Basilea iniziato con Mourat Yakin in panchina, prendendo una squadra già formata e aggiungendoci del suo. Il portoghese ha sviluppato un 4-3-3 molto dinamico dove i due esterni offensivi, a scelta tra Gashi, Embolo e Gonzalez, svolgono un gran lavoro in fase di non possesso, trasformando il modulo in un 4-5-1. Nelle situazioni d'attacco uno dei due terzini spinge molto sulla fascia, mentre l'altro resta a coprire: da qui la necessità di avere in rosa due esterni di gamba capaci in entrambe le fasi.
Il cervello della squadra è Fabian Frei. A lui spetta il compito di smistare palloni, rallentare o accelerare il gioco a seconda delle fasi del match. Gli altri due interpreti della linea mediana non sono incursori, ma due mediani puri come El Neny e Zuffi, mentre in attacco, assieme alle due ali già citate, agisce un centravanti dalle caratteristiche molto simili a quelle di Mario Gomez come Streller. "La cosa più importante è vincere le partite ma allo stesso tempo dobbiamo divertire e giocare un calcio attraente fatto di ritmo alto e pressing, costringendo gli avversari all'errore". Parola di Sousa.
ALESSIO CROCIANI
Twitter: @AlessioCrociani
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