Playboy Brasil ha mandato il giornalista Sergio Xavier Filho ad intervistare l'ex viola Edmundo. Lo stesso giornalista nel 1995 aveva realizzato un reportage su di lui intitolato "O animal precisa di carinho" l’animale ha bisogno d’affetto. Di seguito vi proponiamo i passaggi più interessanti dell'intervista: "Notti brave alla vigilia delle partite? Mai. Alla vigilia mai. Il venerdì, molto spesso. Arrivavo spesso alla rifinitura del sabato sconvolto dalla nottata. Come nacque il soprannome 'O Animal'? Il telecronista Osmar Santos usava per definire il migliore in campo l’espressione 'l’animale della partita'. Siccome io spesso ero il migliore, mi rimase quell’etichetta. Adriano, una persona a cui voglio bene, è diventato 'l’Imperatore'. Fa le stesse cagate che faccio io, anche peggio, eppure è l’imperatore".
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Poi si torna su uno degli episodi più discussi della storia dei mondiali di calcio: "Io meglio di Ronaldo? Non solo nel 1997, ma per tutta la vita Quando si sentì male in Francia, fui il primo a vedere. Stavamo in stanze attigue, separate solo da una porta. Mi alzai da tavola dopo il pranzo per andare in bagno. In quel momento attraverso la porta aperta vidi Ronaldo con le convulsioni. Era sdraiato sul letto e Roberto Carlos era sul letto a fianco con la tv accesa. Aveva la cuffia e non si era accorto di niente. Ronaldo era viola, con la bava alla bocca e il corpo che si contraeva. Uscii di corsa a cercare il medico, che stava in un’altra parte dell’albergo. Tornai ancora di corsa e insieme a Cesar Sampaio riuscii a toglierli la lingua dalla gola per farlo respirare. Quando arrivarono i medici, l’immagine non era più così scioccante. Era già tutto sotto controllo. Il dottor Joaquim da Mata, che era il più givoane, ci aiutò molto. Ma il dottor Lidio Toledo era più vecchio e, così come Zagallo, ci mise parecchio ad arrivare. Arrivarono in ritardo, non videro e poi lo schierarono, questa è la grande verità".
Chiusura sulla sua prima esperienza in Italia, alla Fiorentina: "L’Italia è un bel posto, pieno di persone meravigliose. Io ho buttato via quell’esperienza. Ero appena diventato campione con il Vasco, arrivai in Italia e andai direttamente in panchina. E mi pento molto, ma davvero molto, di aver fatto pressioni per tornare in Brasile. Il Vasco mi vendette dopo la Coppa America, con l’accordo di trasferirmi solo alla fine dell’anno solare. Nel frattempo arrivarono molte proposte migliori e io feci il possibile per non andare. La Fiorentina non mi sembrava un club così ambizioso. Chiesi di mettere nel contratto una clausola che mi consentiva di tornare in Brasile per il Carnevale, e la Fiorentina la accettò. Mi concedevano tutto. Cominciai andando in panchina, protestai con l’allenatore e lui mi disse che dopo la Copa de Oro del gennaio 1998 sarei diventato titolare. Nel frattempo la Fiorentina infilò una serie di vittorie. Tornai dalla Copa de Oro una settimana prima del Carnevale e finii di nuovo in panchina. Ero furioso. Non sopporto chi non mantiene la parola. Comprai un biglietto per andare a casa. Che fosse Carnevale era solo una coincidenza. Zagallo mi telefonò dicendomi che se non giocavo, non sarei andato al Mondiale.
Tornai e Firenze e diventai titolare. Cominciai a segnare e a giocare bene. Poi arrivò il Mondiale. Il nuovo allenatore, Giovanni Trapattoni, venne a parlare con me in Francia. Disse che aveva fiducia in me, che sarei stato titolare assoluto. 'Okay, però adesso voglio un aumento', gli dissi. Avevo scoperto che Rui Costa e Batistuta guadagnavano molto più di me. E mi diedero l’aumento. Poi il Carnevale del 1999… In quel periodo la Fiorentina era in ritardo con il pagamento degli stipendi. E nel contratto c’era sempre la clausola per tornare in Brasile a Carnevale. Ne approfittai per chiedere gli stipendi arretrati. Arrivò la partita in casa contro il Milan. Eravamo primi in classifica. Quel giorno, Oliveira si infortunò, poi si infortunò anche Batistuta e la riserva Esposito entrò e si fece espellere. Arrivò il lunedì e non mi pagavano. Presi un aereo e tornai in Brasile. Che accadde allora? La domenica seguente, era Carnevale, la Fiorentina giocò contro l’Udinese e perse. In attacco dovette giocare il terzino sinistro Serena. Il Milan vinse in casa e ci superò. Mi diedero la colpa di tutto. Dicono che fu a causa del Carnevale. Tornai. La partita successiva la vinsi praticamente da solo contro l’Empoli. Ma il Milan non perse più e vinse il campionato. Ah, non mi pagarono comunque. Per avere i soldi dovetti andare in tribunale".
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