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Criticoni, pappagalli, maggioranza e minoranza. Vi ricordano qualcosa le parole di Rocco Commisso? Assomigliano quasi alle accuse rivolte al popolo viola a suo tempo da Diego Della Valle ("rosiconi", "veri tifosi", "mamma Ebe" e compagnia), quando il rapporto della famiglia marchigiana con Firenze iniziava a deteriorarsi. Ci auguriamo naturalmente che la storia non si ripeta con l'attuale presidente della Fiorentina il quale, l'abbiamo imparato, non è certo un amante della diplomazia. Lui va dritto per dritto e non ha paura del muro contro muro, chiedere per conferma a Palazzo Vecchio e la Soprintendenza.
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Ci piacerebbe però suggerire a Rocco, dal nostro minuscolo pulpito, di accettare con più serenità le critiche che fanno parte del gioco, tanto nel mondo del calcio quanto più a Firenze (specie se le cose sul campo non è che vadano esattamente a gonfie vele). Allo stesso tempo è sacrosanto il diritto di Commisso di rivendicare le proprie ragioni ma senza mancare di rispetto a chi segue la Fiorentina per lavoro e, ancor di più, a chi lo fa per passione. Perchè i fiorentini avranno anche sempre da bubare - innegabile - ma questo è semplicemente l'altra faccia della medaglia dell'amore folle e un po' irrazionale che ha portato Rocco ad essere idolatrato prima ancora di cominciare. Un entusiasmo pronto a riesplodere rapidamente qualora la Fiorentina inizi a vincere e, magari, divertire oppure al prossimo "colpo" di mercato. Non certo in base agli opinionisti... Okay?
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