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Scheggia impazzita o guida tecnica? ACF-Italiano, è il tempo delle risposte

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L'addio di Torreira lascia strascichi pesanti: più che la caccia al colpevole, serve chiarezza che non contrapponga Italiano e la Fiorentina

Paolo Poggianti

Non si può far finta di niente, o voltare pagina come se nulla fosse successo. L'addio di Lucas Torreira lascia strascichi pesanti nell'ambiente. Il regista uruguaiano - malgrado il solo anno con la maglia viola indosso - non può essere considerato alla stregua di un calciatore come tanti altri. E attenzione: non stiamo dicendo che di per sé il classe '96 sia insostituibile, anzi. Siamo d'accordo con Lorenzo Venuti, quando afferma che la vera forza della Fiorentina 2021/22 è da ricercare nel gruppo. Una squadra, plasmata da Italiano, "dove tutti si sentono importanti".

"Uno (non) vale uno": Torreira non è una perdita qualunque

D'altra parte, non si possono neppure trascurare i pessimi segnali che porta con sé la rottura, ufficializzata dallo stesso Torreira con un post sui social. Nei toni e nei modi con la quale è stata comunicata, fronte giocatore, e nell'enigmatico silenzio che avvolge invece la comunicazione interna al club gigliato. Nessuno della società si è mai espresso pubblicamente sul tema - se non Rocco Commisso in quell'autoreferenziale conferenza stampa, all'indomani della qualificazione europea. Non una parola è arrivata invece dai suoi dirigenti, né per smentire la versione dei fatti del calciatore e del suo entourage, né per fornire la propria. Se non con un generico  “Lavoriamo per migliorare” - pronunciato da Joe Barone qualche giorno fa. Una dichiarazione che attende una riprova nei fatti; e i primi segnali non sono certo rassicuranti. Al contrario mettono la società in una posizione di assoluta debolezza agli occhi dell'opinione pubblica. Dei tifosi in primis - increduli e inferociti per l'addio - che da giorni prendono d'assalto i social viola chiedendo lumi sulla dolorosa separazione. Lo ha scritto anche Alberto Polverosi, nel suo editoriale per Violanews: "Rinunciare a Torreira non è stata una buona idea". Non è lo stata perché la società ha scelto di privarsi del metronomo che dava i tempi alla mediana. Un giocatore che col passare dei mesi si era calato perfettamente nei meccanismi di gioco di Italiano. No, Torreira non è "uno a caso" nello scacchiere del tecnico siciliano.

Bomba ad orologeria o guida tecnica irrinunciabile?

"Ha litigato con Italiano". "No, è colpa della dirigenza" - si rincorrono così le ricostruzioni più disparate. Tutto questo però non fa il bene della Fiorentina che, fino a prova contraria, dovrebbe essere il comune denominatore delle parti in gioco. Più che una caccia al colpevole, come quella scaturita dalla parole di Torreira, occorrerebbe compattarsi e fare chiarezza. Perché altrimenti il rischio è quello di scadere nella logica da "guerra civile", degli schieramenti contrapposti. Da una parte Vincenzo Italiano, dall'altra i quadri dirigenziali. Un balletto giornaliero sul contratto del tecnico non fa bene a nessuno. Anche perché l'ex Spezia è legato alla società viola fino al 30 giugno 2023, con opzione per un altro anno. Non ci si può permettere un lento logoramento. Occorre mettere un punto, per consentire di programmare la stagione alle porte, dando finalmente risalto alle scelte di campo. Italiano è la guida tecnica da cui ripartire? Lo si dica chiaro e tondo, dimostrando di voler perseguire nella scelta compiuta ormai 11 mesi fa. Senza lasciare che la situazione possa trascinarsi per giorni, fino ad originare una frattura insanabile. È il tempo delle risposte, per non rischiare di ritrovarsi con il cerino in mano. O peggio: con una bomba pronta ad esplodere.

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