L’ammissione era già arrivata dal diretto interessato, ma se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ecco le intercettazioni a confermare che l’esame di italiano del 17 settembre scorso, quello che ha permesso a Luis Suarez di conseguire il livello B1 (certificazione necessaria per ottenere la cittadinanza italiana) è stato una farsa. Suarez - scrive La Gazzetta dello Sport - quel 17 settembre è stato interrogato da Lorenzo Rocca e Danilo Rini: una decina di minuti che sono bastati ai docenti per giudicarlo idoneo, e che invece hanno permesso alla Guardia di Finanza, che aveva piazzato una cimice nella stanza, di conoscere nel dettaglio i contenuti della prova.
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La prova farsa di Suarez per la cittadinanza: “Porto cocumella, mi piace fare berbecue”
Dai dialoghi tra l’esaminando e gli esaminatori appare evidente che, nonostante le domande ricevute in anticipo, Suarez non fosse poi così preparato...
Dai dialoghi tra l’esaminando e gli esaminatori appare evidente che, nonostante le domande ricevute in anticipo, il Pistolero non fosse poi così preparato. La difficoltà maggiore riguarda l’uso dei verbi, che Suarez coniuga sempre all’infinito. «A 15 anni cominciare...» è uno dei passaggi della prima componente dell’esame, in cui il candidato deve presentare se stesso. «A giocare» lo imbecca Rini, che poi gli domanda che cosa gli piace fare nel tempo libero: «Piace molto fare berbecue», storpiatura di barbecue. Che non sarà l’unica nel corso della prova: «a fare la spesa» diventa «a fare cibo» e il bambino porta «cocumella» invece di un cocomero, mentre cinque fratelli lo traduce con «cinquo hermano». Negli stralci delle intercettazioni sono riportati anche i contenuti inviati a Suarez per prepararsi all’esame, a conferma di come tutto fosse stato concordato. I due docenti suggeriscono e spesso ridacchiano.
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