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Prenotate i biglietti per Roma e l’Arabia! E c’è chi un mese fa parlava di esonero…

Enzo-bucchioni
L'analisi in esclusiva per Violanews a caldo dopo il successo di Cremona, che mette la Fiorentina in una posizione di assoluto vantaggio in vista del ritorno delle semifinali di Coppa Italia

Enzo Bucchioni

Quello che si sperava, quello che ci voleva: la Fiorentina ha sistemato la pratica-Cremonese già nella partita d’andata. Lo diciamo? Diciamolo, magari con un ferro a portata di mano. La finale di coppa Italia è più di un’ipoteca, anche con tutte le scaramanzie del caso, comprate pure il biglietto per Roma in attesa di sapere se l’avversaria sarà l’Inter o la Juventus.

Oltre al risultato dell’andata, a questo rotondo due a zero di ieri sera, il divario tecnico fra le due squadre è apparso molto più netto di quello che si poteva ipotizzare prima della gara. Dunque, uno degli obiettivi stagionali, arrivare in finale di coppa Italia è a portata di mano e con esso anche la partecipazione alla prestigiosa Final Four a Natale in Arabia Saudita. Un premio al grande lavoro di Vincenzo Italiano che l’anno scorso ha messo le basi sulle quali sta alzando le ambizioni e il livello tecnico-tattico di una squadra che ha lavorato molto, che crede in quello che fa, che è contenta di proporre questo calcio fluido, moderno, offensivo ed efficace, e sta raccogliendone i frutti.

Ieri sera è andato tutto come nelle previsioni, anzi ci può essere perfino del rammarico perché nel primo tempo le occasioni da gol sono state molte, il vantaggio poteva essere ben più ampio e certe volte paghi il non saper chiudere le partite. Nella ripresa la Cremonese ha provato a reagire, qualche difficoltà c’è stata, ma è bastata qualche uscita offensiva palla a terra in velocità per andare a conquistare rigore ed espulsione, in pratica la fine della partita. Italiano, come previsto, ha schierato la formazione migliore con il recupero di tutti i nazionali esclusi sabato contro l’Inter, ad eccezione dell’influenzato Milenkovic. Una Fiorentina sempre in controllo, sempre concentrata, sempre dominante. Ero sicuro che questo gruppo sarebbe sceso in campo con la testa giusta, i timori di una sottovalutazione dell’avversario ci potevano anche essere, ma questa squadra è matura e il patto di spogliatoio “vogliamo conquistare un trofeo per entrare nella storia di Firenze”, rivelato l’altro giorno da Ikonè e confermato ieri sera da Cabral, ha funzionato. Linee di passaggio fluide, solidità in fase difensiva (ancora imbattuti), ottime ripartenze con l’azione che parte dai due centrali difensivi e Amrabat che copre, ottimo movimento in attacco. Un’altra bella serata che porta a nove le vittorie consecutive fra campionato e coppe e racconta tutto il bene possibile di una squadra maturata nel momento decisivo della stagione. Da sottolineare, dopo San Siro, un’altra grande prestazione di Cabral che oltre al gol ha lavorato moltissimo per la squadra, ma è il gioco che funziona con i due centrali sempre attenti, un Dodò che non fa passare nessuno e riparte, centrocampisti abili a riconquistare palla e ripartire anche se Amrabat è sembrato un po’ stanco e forse la squalifica di sabato contro lo Spezia gli servirà a recuperare. Sugli esterni Nico ha fatto il suo, anche Ikonè è sempre difficile da marcare, da loro ci si aspetta sempre di più, maggiore lucidità nelle scelte, ma sono stati sempre comunque nel vivo del gioco cercando di saltare l’uomo per dare superiorità numerica.

Se le difficoltà non ci sono state è anche per merito di una squadra che ha saputo approcciare la gara nel modo migliore perché quando sei vicino a un traguardo a volte le insidie possono diventare anche psicologiche, possono frenarti. Alla Fiorentina non è successo perché c’è la personalità e la consapevolezza di avere raggiunto una grande organizzazione di gioco e l’autostima giusta. Calcisticamente parlando con l’Inter, avversario più forte, la Fiorentina per me ha fatto una gara di livello superiore a ieri sera, ma forse non c’è neppure mai stato bisogno di schiacciare fino in fondo l’acceleratore. Insomma, la Fiorentina ha svolto alla perfezione il compito assegnato, ha vinto a Cremona, in pratica ha la finale in tasca, nel ritorno non ci saranno tensioni o dispendio di energie, quelle energie che possono ora essere dirottate sulla Conference e sul campionato.

Delle nove gare del mese di aprile buone le prime due: non era scontato. Anzi, vincere a San Siro è stata un’autentica impresa e le insidie di ieri sera sono state esorcizzate proprio grazie a una gara di personalità. Non dimentichiamo che la Cremonese aveva eliminato Napoli e Roma e in campionato in casa aveva superato Mourinho una seconda volta. Sicuramente la posta in palio molto alta ha condizionato più i lombardi della Viola, ma i valori sono diversi. Erano 63 anni che la Fiorentina non centrava nove vittorie consecutive e questo dato da l’idea di quello che sta succedendo a questa squadra dentro un periodo magico. Grande la soddisfazione dei tifosi sempre presenti, anche a Cremona in massa, sempre dirompenti per entusiasmo. Grande la gioia del presidente Commisso che ha telefonato a Italiano e ad alcuni giocatori per ringraziarli, per caricarli ancora. Ci sono davanti due mesi da vivere alla grande e non voglio neppure più pensare a quei poveretti che poco più di un mese fa volevano l’esonero di Italiano e davano quattro al mercato della Viola sperando nell’addio di Commisso. Il Dio del Calcio dovrebbe perdonarli perché non sanno quello che fanno e che dicono… purtroppo continuano a parlare, ma ingoiano parecchio fiele.