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Dai giorni della merla al giorno del condor: un mito per sperare dopo il mercato

Barone Pradè
Giorni freddi per il mercato della Fiorentina, che ha chiuso il colpo Brekalo prima dell'arrivo della merla

Federico Targetti

E' l'ultimo giorno di mercato, da seguire minuto per minuto con gli affari più importanti: quello che l'ex ad del Milan, ora al Monza, Adriano Galliani ha reso famoso come il giorno del condor. "Tutti abbiamo, chi più chi meno, giocatori in esubero", ha spiegato Galliani. "Un’ora prima della chiusura riesci quindi a portare a casa giocatori che non saresti mai riuscito ad avere prima". E così nasce l'intuizione del colpo last minute. Ma il 31 gennaio, oltre ad essere tutti gli inverni il giorno del condor, è anche l'ultimo dei tre giorni della merla, per tradizione i più freddi dell'anno. Freddi come il finale di mercato della Fiorentina, che a quanto pare non scalda né la Sampdoria né Sabiri con l'offerta per l'ultimo obiettivo della sessione.

Il mito per essere ottimisti

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Ci sono diverse versioni, diversi folklori che spiegano perché il 29, 30 e 31 gennaio sono chiamati i giorni della merla. Tra tutte, noi scegliamo quella greca, perché offre uno spunto per sperare in una seconda parte di stagione con le quotazioni viola in rialzo. La merla, secondo gli antichi greci, era l'uccello messaggero di Persefone, la figlia della dea dell'agricoltura e della fertilità, Demetra. Persefone era però moglie di Ade, il dio dei morti, e passava nell'Oltretomba sei mesi all'anno, cioè quelli freddi, autunno e inverno. Negli altri sei, tornava dalla madre, portando con sé primavera ed estate. La merla annunciava a Demetra l'arrivo di Persefone e le condizioni in cui si sarebbe verificato: con temperature miti nei giorni della merla, la leggenda voleva un inverno ancora lungo, mentre con un clima rigido la merla preannunciava un pronto arrivo della bella stagione. Di conseguenza, l'assenza di movimenti in attacco da parte della Fiorentina (piste fredde) nei giorni della merla e in quello del condor può almeno lasciar sperare in un pronto arrivo della primavera viola. 

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