-------------------------------------------
Quando trentasei anni orsono fu inaugurato lo stadio comunale [cioé nel 1933, quando vennero terminate le curve e la torre di Maratona, ndr], la magnifica costruzione dovuto all'architetto Pier Luigi Nervi, autorità internazionale in fatto di edifici in cemento armato, suscitò un'ondata d'ammirazione in tutta l'Europa. Firenze, si disse (ed era perfettamente vero), ha lo stadio più bello del continente e pochi in tutto il mondo possono sostenere il confronto con esso. La stampa internazionale dette la più ampia pubblicità alla cosa, e dappertutto gli esperti e i profani poterono ammirare la linea snella e possente insieme di tutto l'edificio, della sua agile tettoia, delle varie soluzioni tecniche tutte risolte modernissimamente e senza, per questo, negare la incomparabile tradizione estetica delle costruzioni fiorentine dal trecento in poi. Ammiratissimo fu il campo di gioco costruito in modo da garantirne la regolarità e la perfetta praticabilità in qualsiasi condizione climatica. Oggi questo stadio, pur restando bellissimo, è uno dei tanti crucci dei nostri sportivi. Il tempo non ne ha diminuito il valore estetico, il suo campo ha ancora un fondo perfetto, ma con l'espandersi dello sport e in conseguenza di alcuni dolorosi incidenti non è più sufficiente a contenere il pubblico richiamato dalle grandi manifestazioni. Così Firenze ha dovuto rinunciare a grosse partite internazionali, che, tra l'altro, non interessano soltanto gli sportivi, ma il turismo con tutti i suoi agganci commerciali e industriali.
Sotto questo aspetto si incontra qualche difficoltà anche in ordine a certe importanti partite di campionato; e più se ne incontreranno, se la Fiorentina - come tutti ci auguriamo - continuerà nella sua attuale bella corsa fra le aspiranti allo scudetto, o anche soltanto se riuscirà a restare arbitra fra le squadre che puntano al massimo successo finale.
C'é dell'altro, però. La pista di atletica leggera non è fatta in modo tale da poter ospitare manifestazioni a carattere olimpico e neanche semplici manifestazioni internazionali, il che concorre largamente a ridurre la nostra città al rango di centro del tutto provinciale, giacché oggi lo sport non è più una componente che se c'é va bene, ma se non c'é fa lo stesso; è, semmai, un preciso segno distintivo del progresso e dell'attrezzatura civile di una città veramente moderna.
Il problema dello stadio, quindi, lungi dall'essere un fatto di poco momento e di interesse limitato a una porzione della cittadinanza, è problema di tutti e, quindi, dell'amministrazione comunale.
L'amministrazione comunale, però, non sembra se ne sia ancora accorta. Se ne parla da anni, in pratica dal dopoguerra (ma già prima della guerra c'era chi aveva prospettato il problema) e ultimamente - un ultimamente che, però, risale alla vigilia delle elezioni amministrative [che si tennero nel novembre del 1964, ma che non garantivano la governabilità, come succedeva spesso in quel periodo, in cui le giunte erano guidate da sindaci della D.C., ndr] - pareva si fossero mossi i primi concreti passi con un accordo tra il Comune e la Fiorentina che, pur essendo soltanto affittuaria dello stadio, aveva offerto una sua generosa collaborazione tecnica e finanziaria. C'erano stati diversi diversi colloqui tra il presidente Baglini e gli amministratori comunali e c'era stato anche un accordo che soddisfaceva tutti e che non aveva bisogno d'altro che della sanzione ufficiale.
Bene: oggi siamo quasi al punto di prima o quasi. Forse sarà costruita l'auspicata palestra sotto le gradinate di Maratona e quasi certamente il Comune provvederà a certi lavori di manutenzione assolutamente indilazionabili. Ma della vera grossa questione, ossia della sistemazione totale dello stadio in modo da renderlo capace di ospitare pubblici e manifestazioni ad alto livello nazionale e internazionale sia calcistiche, che atletiche che d'altro genere sportivo, si continua a parlare in termini molto vaghi. In una sua abbastanza recente intervista, il dott. Mario Leone, assessore comunale allo sport, dopo avere ammesso che "negli ultimi anni si è speso molto per dei «rattoppi»" e dopo avere annunciato di aver "chiesto e ottenuto ulteriori lavori per 14 milioni" e riaffermato la "buona volontà" del Comune, ha detto che "l'aspetto più positivo del recente colloquio col comm. Baglini e i suoi più diretti collaboratori è stato la constatazione che amministrazione comunale e Fiorentina intendono adottare un linguaggio improntato al massimo realismo e sono disposte a collaborare" ed ha concluso esprimendo la sua fiducia in un "concorso di idee" che entro 3 mesi dovrebbe partorire un perfetto progetto per la ristrutturazione dello stadio.
"Campa cavallo che l'erba cresce", si dice a Firenze. Purtroppo abbiamo l'impressione che erba ne dovrà rasare parecchia l'ottimo Materassi sul campo dello stadio, prima che si faccia qualcosa sul serio. E non ci rimetterà soltanto la Fiorentina, ma Firenze, il che è assai peggio con tutto l'amore che abbiamo per la società e per la squadra viola.
© RIPRODUZIONE RISERVATA