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La Nazione
La bellezza e la crudeltà del calcio si intrecciano con forza, decretando le fortune di una squadra e anche di un singolo giocatore. Prendiamo Dodo e quella sciagurata rimessa laterale nel recupero che poteva costare carissima. Una follia a tempo scaduto, dopo una partita giocata con grande personalità e continuità. Follia, come rimettere la palla in gioco verso il centro del campo, ma la forza del gruppo ha disinnescato il pericolo e la potenziale atroce beffa, facendo ricordare solo la prestazione a tutto gas e a tutto campo del brasiliano. Domilson Cordeiro dos Santos è stato il più continuo e vivace anche nella prima parte della gara quando la Fiorentina ha rischiato di sbandare, prigioniera della sua lucida timidezza che ha dato fiato agli avversari. Corse e rincorse del ragazzo di Taubaté (ha salvato pure il 2-0 togliendolo dai piedi di Jutglà a porta vuota) che Firenze ha subito adottato dal momento del suo arrivo dallo Shakhtar, lasciato a causa dello scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia. E lui ha ripagato tutto l’affetto, tornando più forte di prima, dopo il grave infortunio al ginocchio che all’inizio di questa stagione lo aveva messo fuori causa. Dodo anche a Bruges ha messo in mostra tutta la sua qualità, ma anche l’esperienza maturata proprio con la squadra di Donetsk, giocando la Champions e l’Europa League. Possiamo dirlo senza pericolo di essere smentiti. L’infortunio è alle spalle e il brasiliano è tornato a volare sulla fascia, coprendo e impostando come ai ’vecchi’ tempi. Un’aggiunta importante per un finale di stagione da vivere in apnea. Lo riporta la Nazione.
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