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Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images
La lunga intervista di Lucas Martinez Quarta a Tuttosport - la prima parte - prosegue con tanti altri argomenti. Per esempio le vicissitudini avute al River. Quando, a soli 20 anni, ha dovuto fare i conti con la frattura del perone e una squalifica di 7 mesi per una positività ad un diuretico, nel 2016/17. Il Chino - soprannome affibbiatogli a soli 4 anni dalla mamma di un compagno di squadra - conferma di avere radici italiane profondissime, pugliesi per la precisione. Cresciuto in una famiglia con una forte cultura legata a questo Paese. Al River Plate giura amore eterno, la squadra nella quale è cresciuto e ha vissuto 8 anni. Si augura che la Fiorentina possa divenire una seconda casa, anche se "non sarà mai come al River". Elogia i suoi compagni e il presidente Commisso che ha dimostrato di voler fare le cose in grande. L'augurio che rivolge al patron è che gliele lascino fare, per lui e il bene della Fiorentina.
Su un ipotetico futuro con la fascia al braccio, non vuole accelerare troppo. D'altra parte, è arrivato da pochissimo a Firenze. Non manca però di definirlo un orgoglio, visto i grandi calciatori che l'hanno indossata. Davide Astori in testa che i compagni gli hanno descritto come una persona stupenda. Nel ruolo si ispira a Sergio Ramos, ma anche Romero, Chiellini e De Ligt. Oltre ai centrali dell’Inter e a Pezzella che lo ha aiutato tantissimo nel suo inserimento. A meno di 25 anni è titolare nella Seleccion Argentina. Sugli obiettivi ha le idee chiare. vincere con l'albiceleste e diventare tra i migliori difensori al mondo. Oltre a giocare un giorno la Champions per vincerla.
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