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Il commento

Dalle ombre di Prandelli alla salute di Iachini: quanto pesa la panchina viola?

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Iachini saluta Firenze, lo fa assecondando il volere di piazza e società, ma lasciando la sua testimonianza come monito per il futuro

Alessio Crociani

Allenare la Fiorentina, o almeno questa Fiorentina, nuoce gravemente alla salute. Dovrebbero scriverlo in calce ai contratti, come le avvertenze stampate sui pacchetti di sigarette. Ne sanno qualcosa Prandelli e Iachini, due che a Firenze (a detta loro) hanno messo in gioco anche la salute. Dopo le ombre del primo, arriva l'ammissione del secondo. Alla fine stress e coinvolgimento emotivo presentano il conto, salatissimo se per troppo tempo sei costretto ad ingurgitare le tensioni di una piazza frustrata da anni e anni di mediocrità. Più sei legato a Firenze, più senti il peso della responsabilità. È normale, quasi fisiologico. Lo è un po' meno arrivare all'esasperazione, soprattutto se a rimetterci sono due uomini che - al di là dei risultati - hanno sempre dato anima e corpo per questa città.

Quando il disagio diventa direttamente proporzionale all'affetto, forse è il caso di iniziare a farsi qualche domanda. Se la ponga chi negli ultimi due anni ha sbagliato la maggior parte delle decisioni nel comparto tecnico, andandone a minare solidità e continuità, ma anche chi, ancora oggi, pensa che i mali della Fiorentina siano stati sempre e solo Montella, Iachini e Prandelli. Probabilmente gli stessi che hanno pensato di poterli usare come scudo anziché difenderli a dovere. E visto che ci siamo, due domande se le faccia anche chi, in buona fede, è andato lungo con gli sfoghi. Oggi Iachini saluta Firenze, lo fa assecondando il volere arcinoto da tempo di piazza e società, ma lasciando la sua testimonianza come monito per il futuro. Stavolta verrà raccolto?

 Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images
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