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Attacco viola in tilt, una sterilità che preoccupa. Vlahovic e Ribery contro tutti

Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images

All'orizzonte un trittico fondamentale, necessario risolvere i problemi realizzativi per fare punti

Alessandro Lilloni

I numeri del presente Viola sono abbastanza impietosi. Un periodo di negatività, che ci auguravamo passeggero, si sta trascinando per l'ennesima volta nella seconda parte della stagione. Nona peggior difesa con 33 reti subite, +7 dal terz'ultimo posto con soltanto Torino e Spezia a fare da cuscinetto e secondo peggior attacco con 21 marcature all'attivo. Per capire l'entità del grattacapo, basti pensare che sommando le reti in questo campionato di due ex discussi come Veretout (Roma) e Muriel (Atalanta) si arriva a 19 reti. Quasi la stessa cifra raggiunta da un centrocampista e da una punta che non sempre è titolare. Manifestazione tangibile di una sterilità che fa preoccupare. Soprattutto in vista di una serie di scontri diretti che nel bene o nel male indirizzeranno la stagione. Appare necessario un cambio di marcia per raccogliere punti decisivi.

Pur riconoscendo gli enormi meriti di mister Prandelli nell'esplosione di Vlahovic, si ha l'impressione che la squadra per dare priorità alla difesa abbia sacrificato troppo. Nel 3-5-2 costruito dal tecnico quasi tutte le responsabilità di sbloccare il risultato sono affidate all'estro di Ribery e Vlahovic. Loro le uniche certezze, con qualche rara eccezione rappresentata dai lampi di Bonaventura. Contro l'Inter il forfait di Ribery è stato improvviso e la luce si è spenta. Prandelli è corso ai ripari rispolverando Eysseric in posizione più avanzata in tandem con Borja Valero. I due palleggiatori hanno aiutato nella costruzione della manovra, senza tuttavia trovare sbocchi interessanti. Le trame lente e prevedibili hanno consegnato di fatto l'unica punta ad una tremenda solitudine. La realtà ed i numeri indicano che qualcosa deve cambiare, magari recuperando gli oggetti misteriosi come Kouamè o Callejon, oppure inserendo nel meccanismo il nuovo arrivato Kokorin. Dall'alto della sua esperienza toccherà a Prandelli risolvere questo complicato puzzle di fragili equilibri, impresa che può valere la sua riconferma.

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