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Station 936 a VN: “Moyes non mi fa impazzire. Finale? Sarà uno spettacolo”

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La nostra intervista a Gian Vola, grande tifoso del West Ham e fondatore di Station 936, un gruppo di tifosi italiano degli Hammers
Paolo Mugnai
Paolo Mugnai Redattore 

A due giorni dalla Finale di Conference League, Violanews ha intervistato Gian Vola, fondatore di Station 936, gruppo di tifosi italiani del West Ham. Gian Vola è di Robilante, in provincia di Cuneo, un paesino

piemontese di circa 2500 anime a due passi dal confine francese.


Quando hai fondato questo fan club?

—  

"La storia è abbastanza lunga e particolare se vogliamo, il nostro amore in generale per il calcio inglese nasce negli anni ’70 - ’80, Nel 1995 grazie anche ad un mio amico, Alberto, scrivemmo una lettera, foglio bianco in stampatello, alla Società inglese, la follia era tanta, anche l’ingenuità … invece risposero eccome, tante news, dépliant sulla metro per raggiungere Upton Park, calendario partite, rosa giocatori eccetera. Incredibile, ci sembrava di sognare, da quel giorno partirono le prime trasferte in terra inglese. Poi negli anni a seguire, con l’arrivo di internet, dei social, sentimmo ancora la Società per raccontare loro che in Italia erano tanti i simpatizzanti Irons, che esisteva un vero amore verso il football inglese. Così nel 2010 la Società del West Ham ufficializzò il tutto rendendoci i primi in Italia".

Perché Station 936?

—  

"Station perché io lavoro con i treni merci in una fabbrica di cemento del mio paese… 936 perché se lo traduci in lettere diventa Icf e per chi segue il football britannico sa a cosa mi riferisco, e per romanzare il tutto, i treni erano una parte importante per spostarsi al seguito della squadra".

4.603 iscritti nel gruppo Facebook. Di dove sono per la maggior parte e quanti di Firenze?

—  

"Noi abbiamo acceso solo il fuoco, in giro non eravamo gli unici, bastava uscire allo scoperto e unire questa passione, noi non siamo un gruppo organizzato come ce lo immaginiamo in Italia, noi viviamo d’avventura, le persone si sentono, si organizzano e partono. Siamo distribuiti su tutto il territorio nazionale e questo ci piace da morire, poi abbiamo i nostri amici inglesi che ci aggiornano quotidianamente sulla squadra e sul club, alcuni ci hanno ospitati anche a casa loro, oppure sono venuti a Robilante… incredibile vero? A Firenze abbiamo amici che potrebbero raccontare per giorni le trasferte fatte in terra inglese, oppure scrivere libri con aneddoti e storie incredibili".

Faceste un raduno a Firenze nel 2012. Come andò?

—  

"Ti dico solo che da Robilante organizzammo un pullman per arrivare a Firenze, una bellissima giornata, tante risate, tantissima gente, scambio di magliette, cori, risate, birra, ognuno raccontava la sua esperienza,

rispetto, e voglia di conoscersi. Il pub era vicino alla Basilica di Santa Croce. Una volta all’anno facciamo il nostro raduno Nazionale, ogni anno una città diversa, nel 2021 Venezia e nel 2022 Venaria Torino, insomma, Station in movimento sempre".

Station 936 primo gruppo ad essere stato riconosciuto il 7 dicembre 2010 dalla società londinese in Italia. Ce ne sono tanti nel mondo e nello specifico in Italia?

—  

"Si noi siamo stati i primi, poi tanti ragazzi hanno intrapreso un’altra strada, e hanno creato altre realtà come i Martelli d’Italia, gli Irons Italia, gli Hammers Sardegna, gli Hammers Genova, ce ne sono un’infinità che

negli anni a seguire hanno ricevuto l’ufficialità del Club Londinese, ma il tutto è nato da noi. Nel tempo abbiamo fatto due sciarpe, non facciamo tantissimo merchandising, ma quando lo facciamo nel giro di pochi giorni sparisce tutto. Non abbiamo un coro prestabilito, ma l’inno del Club ogni tanto scappa anche a noi… “I'm Forever Blowing Bubbles” con i suoi sogni e le sue bolle ci veste proprio a pennello".

Perché si diventa tifosi degli hammers?

—  

"Perché il West Ham ha la sua storia, i suoi Campioni, rappresenta la classe operaia con i suoi cantieri navali, perché la storia dice che la Nazionale Inglese ha vinto nel ’66 la Coppa del Mondo… invece la leggenda racconta che sono stati gli Hammers, rappresentati dal suo Capitano Bobby Moore, Geoff Hurst, e da Martin Peters a lasciare il segno sulla finale".

Fate trasferte per seguirli?

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"Nel limite del possibile si, ed è sempre una gioia, che si vinca o si perda, entrare in uno stadio inglese ha un fascino incredibile che va ben al di là del risultato".

Ci saranno vostri rappresentanti il 7 giugno a Praga?

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"Sì almeno un paio, e senza biglietto, solo per il piacere di esserci".

Come sono i tifosi del West Ham?

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"Hanno un amore infinito per quei colori, il passaggio dal vecchio Upton Park al nuovo Stadio Olimpico è stato molto doloroso, forse ha anche illuso un nuovo futuro, eppure in casa l’impianto è sempre quasi esaurito".

Che partita ti aspetti?

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"Equilibrata, la Fiorentina quest’anno ha espresso un bel gioco, Italiano ha creato un gruppo, la differenza si farà la davanti".

Che squadra schiererà Moyes?

—  

"Moyes non è uno che cambia schema di gioco o giocatori, è molto fermo sulle sue idee, in Premier League in stagione ha raggiunto la salvezza verso le ultime giornate, ha alternato buone partite e veri disastri… invece il cammino in Europa è stato entusiasmante. Moyes è un buon Manager, ma non mi fa impazzire, a me piacciono quelli che ogni tanto cercano la mossa vincente, quelli che fanno la pazzia, che sorprendono i Manager avversari con una mossa a sorpresa… che giocano all’attacco, come se non ci fosse un domani".

Dieci giorni liberi per il West Ham prima della finale sono troppi?

—  

"Non lo so, forse può calare l’attenzione, l’adrenalina, perdi un po' le misure sul campo, l’agonismo rallenta… oppure puoi riordinare le idee e partire a mille all’ora… il gioco del calcio è così imprevedibile che

sfugge a ogni logica".

Quali sono gli elementi di spicco?

—  

"Lukasz Fabianski, Angelo Ogbonna, Declan Rice, Lucas Paquetá, Pablo Fornals, Saïd Benrahma, Jarrod Bowen, Michail Antonio".

Che ne pensi della battuta di Antonio (centravanti titolare) su Scamacca che non ha abbastanza grinta per il gioco di Moyes?

—  

"Poteva evitarla".

Rischi di ordine pubblico con tanti fiorentini e inglesi a Praga senza biglietto?

—  

"Spero proprio di no, mi auguro sia una finale spettacolare, tutti in avanti a cercare il gol della vittoria, senza aspettare chissà cosa. Chi vincerà festeggerà, e chi ha perso spero possa dire, “la squadra ha dato tutto, poteva andare bene invece il dio del pallone ha deciso diversamente” … poi chissà, una sfida a pallone tra tifosi in una delle tante piazze della città… “chi segna questo vince”".

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