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A Basilea serve un’impresa e la Fiorentina è squadra da impresa: è il momento della compattezza

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L'editoriale del martedì: lo sfogo di Italiano e le critiche all'allenatore viola, un occhio al mercato e il tema stadio
Enzo Bucchioni Editorialista 

La Fiorentina è viva

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L’imprevista e imprevedibile sconfitta con il Basilea, quel brutto secondo tempo, ci avevano fatto temere che la Fiorentina avesse finito la benzina vicina al traguardo o al massimo si fosse accesa la spia rossa della riserva. La vittoria con l’Udinese è servita a scacciar via i cattivi pensieri, a far ritrovare sorrisi e speranze per il ritorno in Svizzera di giovedì prossimo. La Fiorentina c’è, è viva, motivata e andrà a Basilea con le sue convinzioni tattiche e straordinarie motivazioni. Serve un’impresa, ma la squadra di Italiano ha tutto per provare a ribaltare il risultato dell’andata.

Certo, servirà quella che banalmente si chiama la partita perfetta, con uno straordinario equilibrio fra il sapere e dover attaccare per ribaltare il risultato, e la grande attenzione a non prendere contropiede. Servirà soprattutto una grande concentrazione, gli errori fatti all’andata spero siano gli ultimi di troppe situazioni simili. Il Basilea non mi sembra squadra capace di gestire il risultato dell’andata, davanti al loro pubblico trascinante, dovranno comunque fare la partita e su questo dovrà lavorare la Fiorentina. Non credo che partiranno con l’idea di fare le barricate, di stare in undici dietro la palla e dentro l’area di rigore come hanno fatto per gran parte dell’andata, i loro tifosi non gradirebbero.

Serve un'impresa

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E comunque la Fiorentina sa di dover mettere in campo tutte le sue qualità migliori, la capacità di far girare palla velocemente, di cambiare frequentemente fronte d’attacco per far muovere la difesa e cercare le imbucate centrali. Servirà anche un grande pressing per impedire loro di ragionare e soprattutto di ripartire. La Fiorentina è mentalmente pronta a queste partite e l’ha dimostrato più volte. A Braga, a Poznan, ma anche negli ottavi in Turchia. Ci vorrà anche la giusta pazienza e la capacità di gestire i momenti della partita. Attaccare subito a testa bassa può andar bene, ma sempre con grande attenzione a non scoprirsi troppo.

Mi aspetto che dai giocatori più importanti, più esperti come Bonaventura, Amrabat, Milenkovic arrivino segnali di leadership perché questa è una partita che si vince con la personalità e la testa. Ci sarà anche il Popolo Viola con il suo tifo incessante e da quei non moltissimi che sono riusciti a trovare posto nello stadio di Basilea arriverà il giusto supporto emozionale. Serve un’impresa e la Fiorentina è squadra da impresa. Ha sempre dato il meglio nei momenti di difficoltà e dobbiamo augurarci che lo faccia anche questa volta. Le coppe, tutte le coppe, sono affascinanti anche per questo, i risultati si possono ribaltare, spesso i pronostici saltano. Si vuole giocare a calcio e la Fiorentina sa di essere tecnicamente più forte. Deve mettere in campo tutta la qualità condita, come detto, da concentrazione e determinazione.

Lo sfogo di Italiano

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Questa sarà la cinquantaquattresima partita in stagione. Più le nazionali, ovviamente. Un numero impressionante di gare alle quale questo gruppo non era abituato. Nessuno ha mai giocato così tanto, nessuno ha mai dovuto preparare così tanti impegni fisicamente e mentalmente. Neppure l’allenatore che per la prima volta in carriera si è trovato a gestire tutte le settimane o quasi anche coppe e coppette. Una grande soddisfazione, ovvio, ma anche un grande dispendio. Per questo continuo a non capire quelli che fanno il gioco al massacro appena c’è una sconfitta o una prestazione negativa. Questa non è una squadra attrezzata per fare tutto questo, anche quest’anno sta andando oltre nonostante evidenti flop come quello di Jovic e quindi senza un centroavanti alternativo a Cabral.

Ha superato le difficoltà, a fine maggio è in corsa su tutti e tre i fronti e devo ancora sentire dire o leggere che se non vincerà niente sarà una stagione da buttare. Diciamo che non ci sarebbero soddisfazioni tangibili. È banale che un trofeo sarebbe il coronamento di un lavoro. Ma tocco ferro, se anche non dovessero arrivare, la stagione è stata comunque di grande crescita proprio perché hai giocato per la prima volta su tre fronti e ce l’hai fatta. Proprio perché sei diventato competitivo a livello internazionale. Questa stagione fa comunque crescere notevolmente tutta la squadra, ma anche l’allenatore. Sono queste le valutazioni da fare. Certo, poi ci sono da analizzare gli errori e le cose da migliorare, ma si parte da una base cresciuta.

Ho sempre detto che l’anno scorso Italiano ha messo solide basi, quest’anno s’è costruito e si vede. Poi capiremo se sarà un piano o due piani, quanto ci sarà ancora da fare per arrivare al tetto, ma le squadre si costruiscono così. Tutto e subito non funziona. Per capire meglio cosa è successo nei due anni di Italiano pensiamo cosa era la Fiorentina nel finale di stagione di due anni fa e molti di quei giocatori ci sono ancora. Anche per questo, credo, Italiano s’è sfogato. C’è gente che va oltre, sentire ancora parlare di esonero, di un nuovo allenatore per la prossima stagione, di un allenatore “che fa il fenomeno” e discorsi del genere diventa offensivo. E irrispettoso per il grande lavoro fatto.

Poi è chiaro che anch’io giovedì scorso mi sarei aspettato una gestione diversa della partita. Italiano doveva accorgersi che l’uno a zero, ma anche poi l’uno a uno, erano risultati da mettere in frigorifero. La squadra era andata in difficoltà e provare comunque a vincere anche senza benzina è stato un errore. Ma dal sottolineare errori, anche difensivi, è evidente, al buttare a mare tutto il lavoro fatto senza motivazioni, sinceramente ce ne corre. E diventa inaccettabile.

Italiano è criticabile? Certamente che si. Ha fatto errori, sicuramente e lui lo sa al punto che cerca di migliorarsi e migliorare tutti i giorni con il lavoro. Ma dire tutto quello che si sente in giro non fa bene a nessuno. Fatevi una domanda: questa squadra ha reso meno o più delle sue potenzialità arrivando a maggio in finale di coppa Italia, in semifinale di Conference e ancora in corsa per l’Europa? Per me di più, basti pensare a quello che ho appena scritto: tutto il girone d’andata s’è giocato senza centravanti. Oggi ce n’è uno solo. Guardate l’organico di altre squadre e poi ne riparliamo. Comunque, credo che questo sia ancora il momento della compattezza, fra una settimana c’è anche una finale di coppa Italia da giocare e di questa squadra credo si debba essere orgogliosi.

Non parlo di formazione, ma ho la sensazione che Italiano stia preparando una sorpresa. Saranno decisivi gli ultimi allenamenti. Intanto, parlando degli svizzeri, se devo dire quel ragazzino che ha fatto gol, Diouf, è un bel giocatore. Vent’anni domani, lo comprerei subito.

Stadio, pensiamo all'interesse cittadino

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Non farei invece, se fossi il sindaco di Firenze, la gara d’appalto per lo stadio. Ha ragione Renzi, questa sta diventando una impuntatura. Non so chi parteciperà, si stanno allertando imprese fiorentine vicine all’amministrazione per salvare il salvabile, ma resta comunque un azzardo far partire una gara e appaltare dei lavori senza avere la certezze dei soldi per completare l’opera. Tanto più che il sindaco è in scadenza e non potrà più seguire o fare nulla nel giro sei-sette mesi.

Pensiamo all’interesse di Firenze, questo pasticcio rischia di diventare qualcosa di ingestibile e un boomerang per la città dei prossimi anni. Qualcuno fermi Nardella prima che sia troppo tardi. Quei soldi che restano dell’Europa possono essere impiegati in opere a carattere culturale e a Firenze ce ne sono tante da fare, a cominciare dalla pavimentazione della città patrimonio dell’Unesco ormai ridotta a gruviera. L’Europa è flessibile l’ha detto anche ieri Gentiloni. E poi si ridiscuta tutta la vicenda stadio. Il sindaco ormai sta portando avanti questa vicenda come una sfida e un orgoglio personale. Senza pensare poi a dove andrà a giocare la Fiorentina che è la cosa che interessa di più.

Basta personalismi, pensiamo alla cosa pubblica, all’interesse pubblico. A proposito, aspetto ancora di sapere chi si siede nei 110 posti omaggio che per tutte le partite della Fiorentina vanno al comune di Firenze. Ma tutto tace. L’imbarazzo è evidente. Centodieci posti gratis in tribuna per il comune. Neppure nel Medioevo. Ma io non mollo. E poi voglio sapere quanto costerà alle nostre tasche portare a Firenze il Tour de France dell’anno prossimo. Firenze non ha bisogno di mettersi in vetrina, è già una vetrina. Ha bisogno di essere amministrata meglio.

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