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Tra i risvegli e le dormite. Adesso testa a Roma per la finale

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E adesso, Roma. La prima grande occasione, in un finale di stagione che vive in bilico tra i sogni di gloria e il pericolo di ritrovarsi a mani vuote. Per questo, ieri, sarebbe stato importante vincere. Per restare all’ottavo posto, e fare il...
Redazione VN

E adesso, Roma. La prima grande occasione, in un finale di stagione che vive in bilico tra i sogni di gloria e il pericolo di ritrovarsi a mani vuote. Per questo, ieri, sarebbe stato importante vincere. Per restare all’ottavo posto, e fare il pieno di entusiasmo (anche) grazie al campionato.

Come scrive il Corriere Fiorentino, è arrivato un pareggio, invece. Buono per rimanere in corsa, è vero, ma intanto il Monza sale a +2 e il Bologna è di nuovo lì, al pari dei viola. Certo, non si può non tener conto di quanto tutti i pensieri fossero inevitabilmente rivolti alla finale con l’Inter e, quindi, essere usciti con un pareggio da uno scontro diretto in trasferta non è cosa da poco. Basti pensare alla formazione scelta da Italiano per avere conferma di quali siano, oggi, le priorità. Una vera e propria rivoluzione (annunciata), rispetto a Basilea. Fuori Terracciano, Dodò, Milenkovic, Biraghi, Amrabat, Castrovilli, Brekalo, Bonaventura, Nico e Cabral, e dentro Cerofolini, Venuti, Quarta, Terzic, Duncan, Mandragora, Sottil, Barak, Saponara e Kouame. Dieci cambi, una sola conferma (Igor) e una sorpresa. Al centro dell’attacco infatti il mister ha proposto Kouamé, e non Jovic. Una bocciatura sonora o, chissà, l’idea di tenerselo pronto per l’Inter visto che lo stesso Cabral viene da settimane complesse e, nelle ultime uscite, è parso tutt’altro che al 100%.

Il riassunto della gara

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Il primo tempo infatti è stato una specie di braccio di ferro, nel quale né l’una né l’altra riusciva ad imporre la propria forza. Tanta attenzione, pochissimi spazi, e una ricerca continua della soluzione che potesse stappare il match. La Fiorentina, per esempio, lavorava per mandare Sottil all’uno contro uno, mentre l’idea del Toro era quella di sfruttare gli inserimenti da dietro dei due trequartisti (Vlasic e Karamoh) per colpire alle spalle la linea difensiva dei viola. Buoni propositi (sia l’uno che l’altro) rimasti però soffocati sia per il buon lavoro dei difensori che per un (diffuso) difetto di qualità negli ultimi trenta metri.

Dopo 45’ così, quindi, non poteva che essere 0-0. Per provare a cambiare l’andazzo, Italiano, nella ripresa si è giocato subito Jovic (al posto di Sottil) spostando Kouame a destra e portando Saponara a sinistra. Il risultato? Tre minuti, cross dell’ivoriano, e zuccata vincente dell’ex Real Madrid. Una specialità della casa (il colpo di testa) così come per il mister sta diventando una piacevolissima abitudine (e basta pensare a quanto successo con Barak a Basilea) quella di determinare con i cambi. Un gol pesante, ma difeso (e non è una novità) malissimo. E così, proprio quando i viola sembravano poter «matare» il Toro, è arrivato l’1-1 (non bene ancora una volta Igor) di Sanabria. Anche stavolta, per intendersi, restano sensazioni contraddittorie. La consapevolezza di essere arrivati al dunque con la rosa (quasi) interamente in salute, e la solita, massiccia, dose di rimpianti per i punti (tutto sommato meritati per quanto visto) lasciati per strada.

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