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La Nazione
Chiudere un cerchio, stavolta senza lacrime. Nico Gonzalez ce l’ha in testa da un anno, da quando la Fiorentina ha perso quelle due maledette finali. A Roma fu proprio lui a illudere i tifosi viola, salvo poi vedersi consolato in mezzo al campo al fischio finale dall’amico Lautaro. Lacrime appunto, ripetute a Praga, dove non riuscì a essere decisivo. Da lì in avanti un unico pensiero. Tornare a giocarsi un trofeo il prima possibile. E farlo con un’ottima condizione fisica. Già, perché poi in testa c’è anche il retaggio Mondiale dove ha trionfato la sua Argentina, saltato all’ultimo proprio per un problema muscolare. Quest’anno Nico ha seminato. Qualche acciacco l’ha avuto a cavallo tra dicembre e gennaio, ma oggi il suo score racconta di 14 reti stagionali, con il gol contro il Monza ha raggiunto la doppia cifra in campionato. Dopo la semina vuole raccogliere, stavolta a ogni costo. Ma per arrivare ad Atene c’è ancora tempo. Due settimane nelle quali la gestione sarà importante a livello fisico e mentale. Perché se c’è un dato di fatto significativo è proprio da ricercare nell’esperienza. Un anno dopo la Fiorentina ha un’abitudine diversa a giocare partite pesanti. Lo stesso Gonzalez è maturato. Lo riporta la Nazione.
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