La storia tra Jovic e la Fiorentina mai sbocciata. Talentuoso ma discontinuo

Luka Jovic, esploso all’Eintracht Francoforte, aveva catturato gli occhi dei club più importanti a livello mondiale. Poi gli infortuni, il Covid e alcune pressioni che non ha saputo gestire, specie da ragazzino. Un talento rimasto tale ma una continuità che non è riuscito a ritrovare nella sua esperienza a Firenze durata una sola stagione. Accoglienza da fenomeno, rendimento alquanto altalenante. Saranno tredici, in tutto, le reti messe in fila tra campionato, Conference League e Coppa Italia. Alcune davvero pregevoli, altre mai realizzate e che probabilmente avrebbero potuto contribuire a scrivere tutta un’altra storia. Rimpianti, amarezze e un epilogo che non si immaginava certo tale. Poi il passaggio al Milan, la scorsa estate. Otto reti fin qui tra momenti in ombra e altri in cui esprime tutto il suo potenziale. Stefano Pioli l’ha gestito, ha capito che forse rende meglio da subentrato. Ha compreso, soprattutto, che certi talenti hanno bisogno di tempi e spazi giusti. La storia tra Jovic e la Fiorentina non è mai sbocciata. Un po’ per il carattere di un giocatore molto riservato. Un po’ per il suo approccio giudicato spesso troppo superficiale. Eppure quelle lacrime a fine stagione raccontano di un ragazzo che da troppo tempo ormai è alla ricerca di sé stesso. Al Milan ci sta provando. Si è ambientato bene, ha trovato il suo idolo Zlatan Ibrahimovic, è tornato a gestirsi all’interno di un club che impone il risultato e che alza inevitabilmente il peso delle aspettative. Chissà però se avrà mai ripensato a quel che poteva essere a Firenze, e che invece non è mai stato. Lo scrive la Repubblica. 

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